Cronache

Il viaggio di 200 km dal Canyon alla costa dell'avvoltoio spinto dalla fame

Lavande fa parte di un progetto di reintroduzione della specie protetta, nel famoso parco francese, considerato il canyon d'Europa. Poche settimanae fa, aveva inaugurato il suo primo volo

Il viaggio di 200 km dal Canyon alla costa dell'avvoltoio spinto dalla fame

Ha viaggiato per oltre duecento chilometri, spinto dalla fame e dal maltempo. Partito dal Parco naturale del Verdon, nel sud della Francia, l’avvoltoio di nome “Lavande” si è arenato sulla costa ligure di Ponente, a Imperia e i volontari della Lipu lo stanno monitorando, nella speranza che possa riprendere il volo di ritorno.

Lavande fa parte di un progetto di reintroduzione della specie protetta, nel famoso parco francese, considerato il canyon d'Europa. Poche settimanae fa, aveva inaugurato il suo primo volo, dopo essere stato liberato nelle "gole" del parco.

“Gli avvoltoi sono abituati a percorrere grandi distanze - spiega Rudy Valfiorito responsabile della Lipu di Imperia - questa volta, però, la fame e il maltempo hanno giocato un brutto scherzo. Lavande si è spinto fin sulle alture della provincia di Imperia (in zona Pizzo d’Evigno, ndr) e, ormai stremato dalla stanchezza e dalla fame, è sceso sulla costa”.

L’esemplare è stato avvistato prima a Chiusavecchia, poi sul greto del torrente Impero. “Sono in contatto con i coordinatori del progetto, che sono molto preoccupati per le sue condizioni. Da più di un giorno, infatti, non si hanno sue notizie, in quanto la batteria del gps installata sul corpo, si è scaricata a causa del maltempo. Ora che è tornato il sole (è alimentata a energia solare, ndr) ci auguriamo di poterlo ritrovare”.

L’auspicio è che il giovane rapace possa spiccare di nuovo il volo e rimettersi in viaggio sulla via del ritorno. Altrimenti: “Interverremo noi - conclude Valfiorito -. Per il momento lanciamo un appello alla popolazione a non avvicinarsi troppo, per non disturbarlo e stressarlo più di quanto non lo sia già.

Chi volesse fotografarlo, inoltre, si tenga ad almeno cinquanta metri di distanza”.

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