Ci sono cose nella vita che uno commette senza che abbiano apparentemente un senso. Cose che uno fa e poi restano lì, inspiegabilmente appese. All'inizio sembrano errori, scivolate, note fuori partitura. Per un attimo ti domandi cosa significhino, da dove vengano. Ti colpiscono come una fitta di sospetto perché non somigliano «al tutto», non somigliano a come uno si è portato in giro fino a quel momento. Banalmente, non c'entrano. E quindi, alla fine, le scordi. Invece, poi, un giorno, ritornano. E capisci che spiegavano perfettamente «il tutto».
Il commento che Beppe Grillo fece nel 2014, quello in cui postò il video di un attivista Cinque Stelle che viaggiava in auto con un cartonato di Laura Boldrini (allora presidente della Camera), quello in cui l'ex comico poneva il quesito «Cosa fareste in auto con la Boldrini?», scatenando insulti e ipotesi sessiste in rete, assume tutto un altro significato oggi. Oggi che, a fronte di un figlio accusato di stupro, Grillo invoca, come prova regina, un video. Il video di più ragazzi con una sola ragazza «consenziente», a detta sua, che ha pure avuto il torto di «denunciare l'abuso con otto giorni di ritardo». Una ragazza, quattro ragazzi, un video e «dei cogl... col pisello così che ridono perché si divertono in gruppo». Faccia finta di avere una figlia femmina, signor Grillo. Faccia finta che sua figlia sia «quella» femmina, che si «diverte con suo figlio e i suoi amici». E vada a dire alle ragazze del #Metoo, signor Grillo, quanti anni ci vogliono per fare una denuncia di stupro. Quando l'anima ti trema ma non lascia mai il corpo.
A noi Grillo non ha mai fatto ridere quando avrebbe dovuto. Ha iniziato a farci ridere solo quando si è messo a fare il politico e da giorni ha smesso di nuovo di scatenare qualsiasi ilarità. È un uomo che ha sempre insulti sulla lingua. Che tracima, urla, scuote i capelli troppo lunghi e inutilmente argentei. Un uomo a cui scivola fuori l'odio in qualsiasi direzione: è sempre troppo, ma non è mai sazio di se stesso. Il post del 2014? Un anticipo, un presagio, un assaggio. L'allarme. Che l'Italia non ha intercettato e ascoltato. È un uomo che ha il talento dell'umiliazione nei confronti delle donne: le fa sentire a piedi nudi in tutto il corpo. Grillo è un baciamano bagnato. Qualcuno, o meglio qualcosa, che nessuna vorrebbe mai sentirsi accanto. Qualcuno, o qualcosa, che sporca il limpido. Vale per «l'amica consenziente» di suo figlio e dei suoi amici, vale per l'ex presidente della Camera che, a suo tempo, rispose in maniera fin troppo educata su Facebook, lo stesso social che aveva usato il comico che non fa ridere. Aggressivo, violento, per niente empatico, decisamente non ironico. Incoerente per il palco e per il teatrino politico.
Grillo sbraita, accusa, implode. E non certo, come insinua, perché c'è un disegno politico contro di lui. Semmai proprio perché un disegno politico, con lui dentro, non c'è mai stato. L'agguato sessista alla Boldrini? Un presagio.
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