"Vuoi farti una doccia?". E il detenuto marocchino massacra un poliziotto

L'Uspp denuncia l'aggressione ed anche un tentativo di fomentare gli altri detenuti: "Un errore la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: tutti questi soggetti continuano a vagare da istituto ad istituto"

"Vuoi farti una doccia?". E il detenuto marocchino massacra un poliziotto

Nuovo episodio di aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria da parte di un detenuto straniero, stavolta la notizia arriva dalla Casa di Reclusione di Vigevano (Pavia).

Come riferito dalla stampa locale, i fatti si sono verificati nei giorni scorsi, durante una semplice operazione di routine quotidiana all'interno del carcere dei Piccolini, una notizia, questa, diffusa dal segretario locale dell'Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) Pierpaolo Minetola.

Il poliziotto ha semplicemente domandato al detenuto, un marocchino di 36 anni, se avesse necessità di fare una doccia. Una cosa, questa, che è stata sufficiente a provocare una reazione scomposta da parte dello straniero il quale, senza pensarci due volte, si è avventato come una furia contro l'uomo in divisa.

Numerosi i pugni diretti al volto dell'agente e andati a segno, prima che i colleghi dello stesso riuscissero ad intervenire ed a trarlo in salvo, ma i problemi non erano ancora finiti, come denuncia Minetola. "Oggi si stava rischiando una contestazione ancora più forte, dal momento in cui, una volta intervenuto altro personale per sedare le furie del marocchino, un altro soggetto della stessa sezione "prendendo le difese", urlava ed offendeva il personale, fomentando gli altri ristretti.", ha raccontato il segretario locale, come riportato da "Vigevano 24". "La calma e la professionalità del personale di Polizia Penitenziaria di Vigevano hanno fatto sì che la situazione non sfuggisse di mano", ha quindi concluso.

A causa delle lesioni e dei traumi riportati, il poliziotto ha avuto necessità di ricorrere alle cure del pronto soccorso, dove gli sono stati attribuiti 5 giorni di prognosi.

"La Casa di Reclusione di Vigevano sta diventando un contenitore di soggetti problematici e, nello specifico, la concentrazione è eccessiva presso una sezione. Da tempo ormai "il Piccolini" è individuato dall'amministrazione come luogo in cui assegnare soggetti psichiatrici e violenti, ivi trasferiti proprio per pregressi episodi disciplinari", denuncia il segretario regionale Uspp Gian Luigi Madonia. "Non si può andare avanti così: Vigevano non è dotata di strumenti e risorse umane adeguate per rispondere alla furia di determinati soggetti. Servono ambienti più idonei e personale formato", aggiunge ancora, prima di lanciare un allarme anche a livello nazionale.

Ciò che è accaduto ai Piccolini, infatti, rappresenta "l'ennesimo episodio su scala nazionale, costituisce una delle criticità più serie del sistema penitenziario del paese che, altrettanto seriamente, dovrebbe essere affrontata. Detenuti psicologicamente instabili, che non ci pensano due volte ad attaccare le Istituzioni, detenuti che non hanno alcuna intenzione di rispondere alle opportunità trattamentali e di reinserimento sociale, sono soggetti che non possono essere gestiti in strutture ordinarie", accusa ancora Madonia, che rilancia.

"La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari è stato un errore politico e strategico: tutti quei soggetti "difficili"

comunque gestiti all'intento di quei reparti, oggi sono distribuiti in diverse strutture penitenziarie e continuano a vagare da Istituto a Istituto, proprio a seguito della loro condotta", conclude.

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