Cronache

Violenza sessuale su 9 ragazzini: a giudizio un prete foggiano

I giudici hanno parlato di un vero e proprio "serbatoio di vittime"

Violenza sessuale su 9 ragazzini: a giudizio un prete foggiano

Comincerà il primo aprile il processo di Appello nei confronti dell'ex sacerdote foggiano Giovanni Trotta, 57 anni, accusato dei reati di violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori. Le vittime sono 9 ragazzini che all'epoca dei presunti abusi avevano un'età compresa fra i 12 e i 13 anni. Era il maggio del 2018 quando Trotta venne condannato in primo grado dal Trinunale del capoluogo dauno alla pena di 18 anni di reclusione e al pagamento di 120mila euro. Attualmente l'ex sacerdote sta scontando in carcere un'altra condanna a 8 anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di un undicenne di Pietramontecorvino.

Secondo le indagini della Polizia Postale, coordinate dai pm di Bari Simona Filoni e Domenico Minardi, l'imputato venne ridotto allo stato laicale nel 2012, ma nonostante ciò continuava a farsi chiamare Don Gianni. I minori addescati erano affidati alla sua custodia poiché egli esercitava il ruolo di dirigente e di allenatore della squadra di calcio frequentata dagli stessi. Trotta diffondeva materiale e informazioni a carattere pedopornografico per via telematica e tramite le applicazioni di messaggistica istantanea Whatsapp e Messenger. Una delle finalità era quella di attirare a sé i ragazzini e di metterli in competizione tra di loro.

Gli abusi sessuali si consumavano presso l'abitazione dell'arrestato, dove le vittime si recavano anche per svolgere attività di doposcuola. Qui l'uomo, approfittando della loro condizione di inferiorità fisica e psichica, li costringeva a subire atti espliciti in gruppo o singolarmente che venivano poi registrati attraverso un telefono cellulare. I video erano distribuiti ai minorenni ai quali veniva richiesto di inviare scatti dei loro genitali. Trotta, in cambio, rispondeva con foto che lo raffiguravano nudo sul letto con il pene in erezione.

I giudici hanno parlato di un vero e proprio "serbatoio di vittime" a cui l'ex sacerdote ha contribuito a distorcere la maturità sessuale, ingenerando così una insana idea di normalità attraverso deviazioni graduali e striscianti.

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