Coronavirus

Il test sulla saliva in 6 minuti. Cambierà la lotta al Covid-19?

L'esame, studiato e realizzato all'univeristà dell'Insubria di Varese, sarà pronto in poche settimane e potrebbe essere utile per un primo screening in ospedale, in aziende e persino a scuola. Avanti anche con i test sierologici rapidi, che per Galli sono "affidabili"

Il test sulla saliva in 6 minuti. Cambierà la lotta al Covid-19?

Nelle prossime fasi della lotta al nuovo coronavirus, il (primo) passo decisivo, in cui si sta concentrando la ricerca, è quello che permette di individuare i positivi alla nuova patologia, isolandoli dal resto della comunità. E in attesa di un farmaco veramente efficace in grado di curare la nuova malattia, la scienza sta sperimentando test e verifiche rapide sui pazienti che temono di essere venuti a contatto con il Covid-19, che presentano i sintomi della malattia o che sono asintomatici (ma potenzialmente infettivi).

Il test della saliva

Un team di scienziati dell'università dell'Insubria, a Varese, ha lavorato nella ultime settimane a un nuovo esame sulla saliva che consente, in un tempo che varia dai tre ai sei minuti, di capire se una persona è stata contagiata dal Sars-CoV-2. Come spiegano dall'ateneo, il principio di funzionamento è simile a quello del test di gravidanza. "Su una piccola striscia di carta assorbente si applica qualche goccia di saliva diluita con una soluzione apposita e si ottiene il risultato. Se si forma una banda il soggetto è negativo, se si formano due bande è positivo", confermano i ricercatori che hanno lavorato al progetto. L'esame è il risultato di un lavoro di squadra in cui hanno lavorato il rettore dell'ateneo, Angelo Tagliabue, professore di odontostomatologia, e Paolo Grossi, infettivologo referente regionale e ministeriale per l'emergenza Covid-19. L'idea è però di Lorenzo Azzi, ricercatore di odontoiatria, e Mauro Fasano, professore di biochimica.

Uno screening immediato

La sperimentazione, che è stata condotta nel labortorio di microbiologia dell'Ospedale del Circolo di Varese, in poco più di due settimane, dal 16 aprile al 4 maggio, ha esaminato i campioni salivari di 137 persone sottoposte al tampone e risultati sia affetti da Covid-19, sia sani. Ogni campione di saliva è stato valutato con due test, ovvero quello molecolare e quello sperimentale. "Il test rapido è semplice e sicuro da usare e consente di fare uno screening immediato di primo livello della popolazione. Lo scopo è di identificare i soggetti positivi, soprattutto gli asintomatici portatori del virus, da inviare successivamente a eseguire i test diagnostici di riferimento che, basandosi su metodiche molecolari, necessitano del laboratorio con tempi più lunghi di elaborazione", ha spiegato Azzi.

Buoni risultati

Come confermato dal team che ha lavorato al nuovo test, in base ai dati raccolti, "la sensibilità del test è risultata alta, con margini di miglioramento già previsti per la prototipizzazione industriale". E Azzi conferma: "I risultati sono molto incoraggianti perché tra i negativi c'è un margine di errore di solo il 10%, tra i positivi un po' più alto. Diciamo che su cento che risultano positivi, una ventina, in media, sono falsi positivi. Ma con il prototipo contiamo di migliorare ulteriormente l'attendibilità della risposta". Infatti, come spiegato dagli scienziati di Varese, un'azienda di Reggio Emilia sarebbe già al lavoro per fornire, in tempi rapidi, alcuni prototipi con assemblaggi leggermente diversi tra loro, che saranno validati in tempi brevi quanto quelli in cui si è svolta la sperimentazione ospedaliera. In questo modo si potrà passare alla realizzazione del test su larga scala e a costi contenuti. Come riportato da Il Messaggero, Fasano conferma che verrà scelto quello "più promettente": "Faremo nuove sperimentazioni e se, come pensiamo i risultati confermeranno quelli che abbiamo già ottenuto, il test potrebbe essere validato e utilizzabile prima dell'estate. Non significa che potrà essere venduto al supermercato o in farmacia, per quello serviranno due anni, però potrà essere utilizzato con la presenza di un medico. Speriamo possa essere messo a disposizione anche dai medici di base".

Perché è importante

Anche se per una diagnosi precisa servirebbe comunque il secondo passaggio con il test molecolare della saliva o con il tampone, una prima scrematura di questo tipo così rapida risulta essere determinante per il contenimento della malattia. Lo sarebbe, per esempio, all'arrivo dei pazienti al pronto soccorso, sui luoghi di lavoro o a scuola. Gli esami salivari, anche se necessitano della presenza di un medico, risultano essere molto più semplici perché non serve il prelievo del sangue.

I test sierologici

Attualmente, l'altro test rapido è quello sierologico, che però non identifica la situazione legata alla malattia del momento, ma verifica la presenza o meno degli anticorpi. Tuttavia, se il soggetto è positivo da pochi giorni non li ha ancora sviluppati (e quindi l'utilità è meno incisiva). Oltre a questa nuova proposta, sta per partire anche la campagna nazionale con 150mila test sierologici, fatta a campione, per capire quale sia stata la diffusione dell'epidemia in questi mesi. "L'utilizzo di test e tamponi sarà combinato: ch risulta positivo al test sierologico dovrà fare anche il tampone per escludere la presenza del virus in quel momento", conferma il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri.

La situazione a Milano

Il professor Massimo Galli, docente dell'università Statale di Milano e direttore delle Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano è convinto che i test sierologici rapidi vadano eseguiti, perché ritenuti "utili e affidabili". Sul capoluogo lombardo, infatti, difende la scelta di sottoporre all'esame i conducenti dell'azienda dei trasporti pubblici (in collaborazione con Palazzo Marino). Il sindaco, Giuseppe Sala, conferma la partenza e chiede alla regione Lombarda il motivo per il quale non li ritiene efficaci.

Ma l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, replica: "No a scorciatoie, dei test sierologici in enti e aziende rispondono gli organizzatori".

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