Gli hanno rubato il diritto all’infanzia e il tribunale gli riconosce, a più di vent’anni dall’inizio dell’incubo, un maxi risarcimento da 800mila euro.
La storia di un ragazzo di Torre Annunziata, che oggi ha trent’anni, che ha visto la sua vita sgretolarsi già da piccolissimo. Fu vittima, insieme ad altri bambini, di una banda di pedofili che, a scuola, li sottoponevano a ogni genere di abuso. Li stordivano con il whisky, li minacciavano e li filmavano. Quei fatti raccapriccianti si consumavano nei locali di una scuola elementare, tra i bagni e le cantine. Gli insegnanti non sapevano nulla. Inizialmente fu implicato anche un bidello che però fu prosciolto da ogni accusa. Quei pedofili erano astuti e, soprattutto, pericolosi.
Quel bambino, che all’epoca dei fatti nel ’95 aveva solo sette anni, confidò alla madre il suo dramma. Lo stesso fecero altri due amichetti. Le tre mamme trovarono la forza di denunciare tutto e di chiedere giustizia. Proprio sua madre, Matilde Sorrentino che con la sua denuncia e le sue testimonianze inchiodò la banda, venne uccisa da una raffica di proiettili sparati a bruciapelo mentre la donna stava sull’uscio di casa. Era il marzo del 2004. Qualche anno dopo morì, d’infarto, anche il padre.
Adesso, come riporta Repubblica, i giudici hanno concesso a quel giovane, la cui vita venne spezzata dalla pedofilia, un risarcimento da 800mila euro.
Cinquecentomila euro, più trecento di interessi e more perché la scuola, come ha stabilito la Corte d’Appello, non ha ottemperato all’obbligo di garantire ai ragazzi che la frequentano un ambiente sano e non ha impedito che questi venissero a contatto con estranei alle istituzioni scolastiche. Quelle stesse persone che gli hanno rubato il diritto a vivere un'infanzia (e una vita) felice.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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