Cinquemila persone, soprattutto donne e bambini, sono morte nel 2016 nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e approdare sulle nostre coste. È un nuovo record dell'orrore che supera quello dello scorso anno, quando a finire in fondo al mare furono 3771. E solo grazie alla capacità degli uomini della nostra Marina militare, sorretta da uno sforzo economico che ormai rappresenta una delle maggiori voci di spesa di questo Paese, il bilancio di morte non è da moltiplicare per dieci o forse di più.
Possibile che neppure di fronte a cinquemila morti figli di una illusione indotta, alimentata e giustificata dalle politiche della sinistra italiana ed europea, qualcuno in quel mondo non si interroghi, non si senta in qualche modo corresponsabile, non ammetta che la quasi totalità di quelle cinquemila anime oggi sarebbe ancora viva se fosse rimasta nel suo Paese, magari povero o maledetto ma più casa dei barconi e financo del porto di approdo se mai fosse stato raggiunto?
In due anni abbiamo speso cinque miliardi di euro e ci ritroviamo a contare diecimila morti, sono numeri da guerra. Una guerra che stiamo perdendo e che sarebbe stupido, inumano continuare in questo modo arrendevole e buonista anche al netto dei danni collaterali (altrettanto costosi) provocati da chi sbarca con l'intento di vendicare la sua condizione e il suo Dio uccidendo a freddo i nostri ragazzi.
C'è una domanda che viene di solito posta per non affrontare la questione: «Già, ma che si può fare?», presupponendo che non esista risposta concreta. È un tranello, perché nella storia Stati e statisti hanno trovato il modo di risolvere emergenze anche più gravi e complesse. È che non abbiamo più il coraggio di usare maniere forti a fin di bene, ci trinceriamo dietro il diritto e la libertà, dei singoli e degli Stati, per sfasciare invece che per costruire. Pace, bella parola, grande valore ma senza senso se permette una carneficina come quella che avviene nel Mediterraneo.
Se vogliamo salvare quei disgraziati dobbiamo usare, dentro le regole internazionali, gli eserciti, non i preti e la Caritas. Altrimenti il prossimo Capodanno saremmo qui a brindare al nuovo record di morti. Un bel brindisi, solidale, pacifista ma soprattutto ipocrita.
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