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Nebbia e alcol: così precipitò il volo che "bandì" i Tupolev 134

Il 20 giugno 2011 un Tupolev con a bordo 52 persone precipita su un'autostrada nei pressi della pista d'atterraggio di Petrozavodsk, nella Repubblica di Carelia. La violenza dello schianto ucciderà 47 passeggeri, mentre 5 riporteranno gravi ferite

La nebbia, l'alcol, l'errore umano: così precipitò il volo che "bandì" i Tupolev 134

È il 20 giugno 2011 e dall’aeroporto di Mosca Domodedovo decolla il volo RusAir 9605 diretto a Petrozavodsk nella Repubblica di Carelia. Ma a poca distanza dall’aeroporto di arrivo il velivolo precipita su un’autostrada, uccidendo 47 persone e ferendone 5, rimaste intrappolate in un vortice di fuoco.

L’incidente

Inizialmente il volo per la città di Petrozavodsk avrebbe dovuto essere operato da un altro aeromobile, ma non essendo disponibile per "ragioni tecniche", la RusLine decise di affidare il volo alla compagnia charter RusAir. Il Tupolev scelto per trasportare i 52 passeggeri era stato costruito nel 1980 e aveva accumulato circa 35000 ore di volo. Dopo il collaudo da parte dei tecnici, l'aereo era pronto a decollare per la Carelia. Il Tupolev Tu-134A-3 partì quindi da Mosca senza particolari problemi segnalati, con a bordo 43 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio. La cabina di pilotaggio era composta dal comandante Alexander Fyodorov, dal primo ufficiale Sergei Karyakin, dal navigatore Amanberdy Atayev e dall’ingegnere Viktor Timoshenko.

Incidente RusAir 9605 soccorsi

Nei pressi di Petrozavodsk quella sera c'era parecchia nebbia e a causa della scarsa visibilità i controllori di volo raccomandarono ai piloti di effettuare un secondo approccio. Ma nonostante le raccomandazioni dalla torre di controllo, il comandante e il primo ufficiale decisero di tentare l’atterraggio, sicuri di poter guidare a terra l'aeroplano. Ma il Tupolev non riuscì a raggiungere l'aeroporto. A 1200 metri dalla pista d’atterraggio si abbatté rovinosamente sull’autostrada A133, causando la morte di 43 persone e ferendone gravemente 5. I vigili del fuoco in poche ore riuscirono a spegnere l’incendio che si era propagato dopo lo schianto e recuperarono le scatole nere ancora intatte.

Le indagini e le possibili cause della tragedia

Ma cosa portò il Tupolev a precipitare senza possibilità di scampo per i suoi passeggeri? Un’indagine per stabilire le cause dell’incidente venne aperta nelle ore successive allo schianto. Secondo quanto affermato dal portavoce del Comitato Interstatale dell'Aviazione della comunità degli stati indipendenti (Iac) Vladimir Markin subito dopo l’incidente, diverse ipotesi erano al vaglio degli inquirenti, tra cui l’errore umano. Si suppose infatti che i piloti, sicuri di poter atterrare nonostante le condizioni meteorologiche non ottimali, scambiarono le luci dell’autostrada per quelle della pista d’atterraggio e iniziarono la discesa verso l'aeroporto troppo presto. L’ufficio del Ministro per le emergenze della Repubblica di Carelia affermò che le comunicazioni tra il Tupolev e la torre di controllo si interruppero alle 23.40, pochi attimi prima dell’incidente.

Incidente RusAir 9605 fiori per le vittime

Durante l’inchiesta per comprendere le cause che portarono alla tragedia, l’agenzia di stampa russa Tass riportò la testimonianza di un ufficiale di polizia. Stando a quanto riferì l'agente, durante la discesa il Tupolev avrebbe avuto problemi tecnici, motivo per il quale i piloti decisero di tentare l’atterraggio d’emergenza in autostrada. Le cause che portarono l'aereo a schiantarsi non sono mai state del tutto chiarite. Ciò che emerse dal rapporto conclusivo fu che solo al momento dell’impatto il velivolo esplose, provocando la morte di quasi tutti i passeggeri. In seguito emerse un altro fattore che avrebbe contribuito a far precipitare l’aereo: il navigatore, Amanberdy Atayev, prima della partenza aveva bevuto. Si scoprì infatti che i livelli di alcol nel sangue dell'uomo erano più alti del consentito, e che non era nelle condizioni ottimali per dare indicazioni su un aeroplano.

Come riporta Medium, Atayev diede informazioni errate al comandante al momento dell’atterraggio, a causa del sistema di navigazione aerea datato presente a bordo. Una volta che il Tupolev uscì dalle nuvole, la visibilità era così scarsa che nessuno dell’equipaggio si accorse che l'aereo era fuori rotta di 200 metri. Il velivolo colpì un albero, mandando nel panico i piloti, che in quel momento compresero di non essere allineati alla pista d’atterraggio.

Il Tupolev Tu-134A ha compiuto l'avvicinamento all'aeroporto in condizioni meteorologiche sfavorevoli e con visibilità minima inferiore a quella consentita per l'atterraggio - si legge nel rapporto conclusivo redatto dalle autorità che investigarono sul caso - ma l'equipaggio, in assenza di contatto visivo con la pista non è riuscito a effettuare un go around, permettendo all'aereo di oltrepassare l'altitudine minima di sicurezza e portandolo a impattare prima con degli alberi e poi con il terreno. il comandante tolse al primo ufficiale il compito di monitorare l'avvicinamento all'aeroporto, affidandolo al navigatore, che tra l'altro aveva assunto bevande alcoliche; errate comunicazioni meteo trasmesse dall'aeroporto ai piloti che dipingevano condizioni migliori rispetto a quelle che avrebbero realmente trovato; la mancata osservazione delle indicazioni fornite dall'Adf e dagli altri dispositivi del velivolo a causa dell'uso di un sistema di navigazione satellitare non approvato per il Tu-134”.

Il 23 giugno, due giorni dopo l'incidente, fu indetta una riunione d'emergenza a cui parteciparono alti funzionari del governo russo.

A seguito della tragedia del volo 9605 il governo russo diede disposizioni affinché tutti i Tupolev 134 fossero rimossi dal servizio commerciale.

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