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"Il portellone...". E l'aereo si schiantò a tutta velocità

Il 3 marzo 1974 un volo della compagnia aerea turca Turkish Airlines sta ultimando l'ultima tratta del volo per Londra, quando all'improvviso le spie di depressurizzazione della cabina si accendono. L'aereo perde il portellone del vano bagagli e precipita al suolo

Screen ricostruzione Mentour Pilot via YouTube
Screen ricostruzione Mentour Pilot via YouTube

Il 3 marzo 1974 il volo Turkish Airlines 981 partito da Istanbul e diretto a Londra, si schianta nel bosco di Ermenonville. Con 346 vittime, l’incidente è considerato il più grave mai accaduto a un singolo aereo fino all’incidente di Tenerife del 1977, che coinvolse due aeroplani.

Le cause dello schianto

È il 3 marzo e dall'aeroporto di Istanbul-Atatürk, in Turchia, decolla un McDonnell Douglas Dc-10 della compagnia di bandiera turca, Turkish Airlines, con destinazione finale Heathrow, Londra. Il volo prevedeva uno scalo intermedio all’aeroporto di Orly, Parigi e quel giorno, a causa di uno sciopero della British Airways, la tratta Parigi-Londra è molto affollata. Il volo decolla da Orly senza intoppi, ma mentre l'aereo sale di quota, all’altezza della città di Meux, si accendono gli allarmi che indicano la depressurizzazione della cabina. I controllori di volo a terra sentono i piloti parlare concitati in turco, ma sarà l’ultima comunicazione con il volo 981.

Da quel momento infatti il velivolo scompare dai radar e verrà ritrovato in seguito, dalle autorità di soccorso, completamente disintegrato, nella foresta di Ermenonville. Lo schianto fu così violento da non lasciare scampo a nessuna delle persone a bordo, che all’arrivo dei soccorsi erano già tutte decedute. Il velivolo precipitò a 783 chilometri all'ora, distruggendosi in così tanti pezzi, che solo 188 vittime furono riconosciute, mentre nove di queste tutt'oggi non sono state nemmeno ritrovate.

Dapprima la dinamica dell’incidente condusse gli investigatori a considerare la pista dell’attacco terroristico. Nonostante due gruppi di matrice terroristica rivendicarono il presunto attentato, il ritrovamento delle scatole nere e indagini più approfondite rivelarono che a provocare la sciagura fu la rottura dello sportello del vano bagagli, che provocò la depressurizzazione della cabina. A causa della differenza di pressione, il pavimento della parte della cabina in corrispondenza della stiva si squarciò e sei passeggeri furono sbalzati fuori dall'aeromobile insieme al portellone, con una violenza inaudita.

La stabilità dell'aereo era ormai compromessa. Il secondo motore perse potenza, e l’aereo iniziò a scendere in picchiata, con il muso inclinato di 20 gradi. I piloti a quel punto non poterono fare più nulla per riportare il velivolo in quota, e 72 secondi dopo la decompressione il volo Turkish 981 precipitò a una velocità tale da colpire il suolo, frantumandosi in migliaia di pezzi.

Le indagini

L'inchiesta finì per determinare che un incidente analogo a quello occorso al volo Turkish, successe anche a un altro velivolo due anni prima, per fortuna senza gravi conseguenze per i passeggeri e l'equipaggio. Emerse quindi un difetto di progettazione dello sportello del vano bagagli nei Dc-10, che portò a una grossa causa contro la società McDonnell Douglas, rea di essere a conoscenza dell'errore di progettazione, ma di averlo occultato per evitare ripercussioni negative sull'azienda. Ma non è tutto, l'inchiesta portò alla luce una parte di responsabilità della Turkish Airlines.

Il giorno dell'incidente all'aeroporto di Orly la compagnia turca non aveva ingegneri a terra e a occuparsi della chiusura del portellone del vano incriminato fu l'addetto ai bagagli Mohammed Mahmoudi, il quale seguì la procedura, ma non si accorse che lo sportello era in realtà aperto.

A seguito del gravissimo incidente del volo 981 vennero apportate diverse modifiche ai Dc-10 per evitare altre tragedie di tale portata.

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