"Tecnicamente è possibile. Io credo che sia doveroso approfondire tutte le questioni. Il governo lo farà e assumerà le determinazioni conseguenti. Non si può dire oggi sì o no. Solo dopo aver valutato le diverse questioni il governo, nella sua dimensione
collegiale, assumerà le determinazioni. Sarei uno sciocco se dicessi oggi sì o no". E comunque, oggi come oggi "possiamo dire che nulla può essere escluso e nulla può essere confermato. Allo stato attuale il problema non si pone". Così il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico a proposito dell’ipotesi che a causa dell’imminente appuntamento con il Giubileo il governo intervenga per rinviare le elezioni comunali a Roma, quando (e se) le dimissioni del sindaco Ignazio Marino saranno formalizzate. Bubbico ne ha parlato con Affaritaliani.it, sottolineando comunque che "fino a quando le leggi non vengono modificate vanno rispettate. E in questo momento la legge prevede che in caso di scioglimento di carattere ordinario di un comune le elezioni si tengano nel turno elettorale successivo".
Il vice ministro dell’Interno rileva anche "ovviamente, noi parliamo di una norma di carattere generale e che vale per gli oltre 8mila comuni d’Italia. Roma non è un comune qualunque, Roma è la capitale di questo Paese ed è in questo momento
caratterizzata non solo dal fatto di ospitare la Santa Sede e di avere intorno a sè lo Stato del Vaticano ma di essere meta di un consistente numero di pellegrini che, per effetto dell’Anno Santo, si recheranno nelle basiliche della città. Tutto questo, ovviamente, colloca la vicenda Roma in una luce diversa, che deve essere oggetto di specifica valutazione che potrebbe concludersi con un orientamento anche di natura diversa". Quindi non si può escludere un decreto che rinvii il voto comunale a Roma previsto in teoria per la prossima primavera... "Escludere o non escludere quest’ipotesi - argomenta Bubbico - significherebbe dire una cosa che non sta nella mia disponibilità, perchè non sono io che decido ma è il governo nella sua collegialità e sulla scorta di una valutazione di merito che non è stata effettuata". Infine il vice ministro ribadisce: "Io ho risposto in maniera tecnica. Anche per un comune di 700 abitanti ci può essere una valutazione specifica che consiglia un rinvio delle elezioni. Non c’è nulla che possa riguardare Roma in maniera specifica".
Intanto mentre si attendono le dimissioni formali di Marino per lunedì, in Campidoglio qualcuno prova a tendere la mano al sindaco offrendogli un'ultima ancora di salvatggio. "Siamo pronti ad una eventuale verifica politica col sindaco", afferma Franco Marino capogruppo della lista Civica Marino in Campidoglio e vicepresidente dell’Aula. Anche Sel si è detta disponibile ad una verifica. Sel conta quattro consiglieri e Lista civica cinque. "Io avrei atteso la chiusura delle indagini della magistratura prima di chiedere a Marino qualsiasi passo indietro - continua - Non so il sindaco cosa voglia fare, la mia idea è che mandare a casa un sindaco eletto dal popolo per un problema di scontrini, su cui c’è un’indagine ancora in corso, è discutibile.
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