Roma - Perde la sinistra e avanzano i moderati. È questo il quadro che emerge dalle votazioni di domenica e lunedì scorsi dei magistrati per le elezioni dei 16 consiglieri togati al prossimo Csm (quello in carica scade a fine luglio). In termini di seggi sono pochi gli spostamenti: Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, che aveva presentato i propri candidati assieme al Movimento per la Giustizia sotto il nome di «Area», perde un seggio, passando da quattro a tre consiglieri.
Non lo conquista però nessuno degli altri gruppi organizzati, le cui proporzioni restano invariate: 6 consiglieri a Unicost, la corrente di centro, che pure perde consensi in termini di voti; 3 ciascuno al Movimento per la Giustizia e a Magistratura Indipendente, il gruppo più moderato, che cresce molto in termini di voti, ma che non è riuscito a strappare nessun seggio in più. Sono suoi comunque i candidati più votati, sia per la categoria dei pm (il sostituto procuratore romano Antonello Racanelli), sia per la categoria dei giudici di merito (il presidente di sezione del tribunale di Palermo Tommaso Virga).
Il seggio perso da Md va a sorpresa al giudice di Venezia Paolo Corder, che in passato ha fatto parte della giunta dell’Associazione nazionale in quota Unicost, e che stavolta si è presentato come indipendente. Tra i nuovi consiglieri c’è uno dei gip storici di Mani Pulite, Paolo Carfì, e uno dei pm di Bari che ha condotto le indagini sul ministro Fitto, Roberto Rossi, entrambi del Movimento per la Giustizia.
Quella di Md è una sconfitta che brucia, sia perchè è consecutiva a quella di quattro anni fa, quando la corrente era passata da cinque a quattro consiglieri, sia perchè la riporta a dimensioni ristrette che aveva prima del 1994. «Il Csm si sposta a destra», commenta il nuovo consigliere del Csm Vittorio Borraccetti, eletto nelle liste di Md per la categoria dei pm, colpito anche dal fenomeno «alto numero di schede bianche», triplicate rispetto al 2006. «È il segno che nella magistratura c’è una certa sfiducia verso il Csm. D’altra parte siamo oggetto di una denigrazione sistematica, che evidentemente qualcosa ha lasciato».
«I magistrati non sono più affascinati dalle ideologie: vogliono un sistema che funzioni meglio. E hanno premiato la nostra concretezza» dice Antonietta Fiorillo, leader di Magistratura Indipendente, spiegando così il «successo» in termini di voti della sua corrente. Va oltre il consigliere del Csm Cosimo Ferri: «I risultati elettorali delegittimano l’operato dell’Anm», afferma, invitando gli attuali vertici a riflettere. E sempre dal Csm Pino Berruti (Unicost), sostiene che il risultato «riafferma la centralità istituzionale del nostro gruppo».
Proprio perchè maggioritaria, Unicost ha sempre pesato nella scelta successiva del vicepresidente del Csm tra i componenti laici che il Parlamento dovrà designare.
Sinora i togati non hanno mai eletto un vice presidente espressione dell’attuale maggioranza politica e la vittoria dei moderati alle elezioni dei togati, secondo alcuni, potrebbe rafforzare l’ipotesi di una candidatura di Michele Vietti, vice presidente del gruppo Udc alla Camera e in passato lui stesso consigliere del Csm.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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