Anna Maria Greco
da Roma
La riforma dell'ordinamento giudiziario è in dirittura darrivo alla Camera e il Consiglio superiore della magistratura prepara un nuovo parere per ostacolarne lapprovazione definitiva, dichiarandola ancora incostituzionale. A Palazzo dei Marescialli è scontro sull'iniziativa presa a maggioranza dalla VI Commissione di esprimersi anche sullultima versione della riforma. «È uninterferenza inaccettabile nellattività del Parlamento», protestano i cinque laici della Casa delle Libertà e minacciano di far mancare il numero legale quando la discussione approderà al plenum del Csm. Il tutto avviene con grande rapidità: la commissione approva il testo nel giro di poche ore, malgrado il presidente Giorgio Spangher, laico di Fi, sia contrario e non partecipi al voto, ritenendo che con questiniziativa il Csm sia andato al di là delle sue competenze, proponendosi come «terza Camera». Gli altri 5, il laico Ds Luigi Berlinguer e i 4 togati, dicono sì e il gioco è fatto. Il testo afferma che la versione approvata dal Senato in alcuni punti ha «peggiorato» quella precedente. Le perplessità costituzionali sulla riforma non sarebbero dunque superate, anzi. Adesso il documento passa all'assemblea di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe pronunciarsi già domani o giovedì, cioè prima del voto della Camera.
Il testo della riforma approvato dal Senato è ai suoi ultimi passi, ma lopposizione lattacca anche dopo le ultime modifiche. LAssociazione nazionale magistrati continua a mettersi di traverso e proprio per giovedì ha annunciato il quarto sciopero delle toghe contro il nuovo ordinamento giudiziario. Il gioco di squadra sembra completarsi con questultima iniziativa dellorgano di autogoverno della magistratura. Che, daltronde, ha già espresso ufficialmente la sua avversità al progetto del nuovo ordinamento giudiziario, condividendo sostanzialmente le aspre critiche dellAnm.
Il Csm fa un altro sgambetto alla riforma della giustizia
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