Il Cto e il piano di rilancio dell’ospedale mai partito

Il Cto e il piano di rilancio  dell’ospedale mai partito

Carenze strutturali e deficit di personale al Cto. A denunciarle è il portavoce romano della Destra, Fabio Sabbatani Schiuma, che ieri mattina ha effettuato un sopralluogo all’interno dello storico ospedale della Garbatella. La struttura doveva diventare un presidio oepedaliero importante, con un’alta specializzazione sul fronte delle traumatologie e un piano di rilancio capace di trasformare il Cto in un vero e proprio «trauma center» per tutto il centro Italia. Ma i propositi, con l’avvento della giunta Marrazzo, sono rimasti sulla carta.
Sabbatani punta il dito in primo luogo sull’annosa vicenda dell’eliporto dell’ospedale, inaugurato in pompa magna il 2 luglio scorso dall’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia e chiuso alcuni giorni dopo a causa della presenza di due gru nello spazio aereo antistante la pista di atterraggio. «La piattaforma era stata riaperta dopo alcuni lavori di riammodernamento, costati 220mila euro - spiega il consigliere comunale - ma è stata utilizzata per trasportare solo due pazienti. Di lì a pochi giorni, infatti, un provvedimento dell’Enac ne ha bloccato l’utilizzo per irregolarità sulle norme di sicurezza».
Da più di 6 mesi, dunque, il servizio di eliambulanza è bloccato per via della presenza di due gru, che servono per costruire un edificio adiacente di 8 piani, ma che disturbano il volo degli elicotteri. «Due gru che i tecnici dell’Enac avevano visto anche il giorno dell’inaugurazione - ricorda il vicedirettore sanitario del Cto, Filippo Lauria, presente all’incontro. E così le eliambulanze, che in passato trasportavano feriti e traumatizzati al Cto, sono state dirottate su altri presidi ospedalieri della capitale, come il San Camillo». Ma i disservizi della struttura ospedaliera non finiscono qui, e vengono elencati direttamente dai dirigenti sanitari, che chiedono di rimanere anonimi: «Mancano almeno 80 infermieri per il funzionamento corretto dell’ospedale, ci sono solo 180 medici a fronte di un esercito di 700 amministrativi». E ancora: «Posti letto inutilizzati, carenza di fisioterapisti e una piscina per la riabilitazione che funziona solo la mattina. Scarseggia il materiale nelle sale operatorie e il presidio di polizia al pronto soccorso è aperto solo fino alle 13».
La strada di accesso alla camera mortuaria è chiusa inoltre da molti anni, per non ben precisati motivi di sicurezza, e per questo i corpi dei defunti devono transitare nei corridoi dove passano i degenti. Accanto all’eliporto sono visibili degli ascensori che servono per l’evacuazione dei pazienti dell’Unità Spinale, chiusi da diversi anni nonostante siano stati ristrutturati e messi a norma. Chiuso pure l’ambulatorio di oculistica, da settembre scorso, e ridotto il reparto di urologia da 28 a 8 posti letto.
«Il Cto potrebbe essere il fiore all’occhiello del sistema sanitario regionale - ha dichiarato Sabbatani Schiuma al termine del sopralluogo - invece si regge solo sulla professionalità del personale». «La struttura è bloccata dalle inadempienze del Comune e della Regione - ha proseguito - che non ha varato il nuovo piano aziendale del Cto. In merito alla presenza delle gru che bloccano l’apertura dell’eliporto chiederò delucidazioni con un’interrogazione comunale».
Un’analoga iniziativa parlamentare è stata annunciata dal presidente nazionale della Destra, Teodoro Buontempo.

«È criminale lasciare una struttura all’avanguardia come il Cto senza i più elementari strumenti di pronto soccorso», è il suo commento. Il parlamentare ha chiesto l’intervento del governo per rimuovere gli impedimenti che hanno determinato la chiusura dell’eliporto.

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