Un francobollo celebra i 215 anni dell’Oleificio Zucchi

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha presentato un annullo dedicato alla storica azienda cremonese, che mette insieme il passato e il presente, raccontando le trasformazioni industriali e commerciali, dal frantoio in pietra a una società benefit che si occupa di produrre non solo profitti ma anche vantaggi per la comunità e per l’ambiente

Un francobollo celebra i 215 anni dell’Oleificio Zucchi
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Un quadratino di carta da collezionisti, un po’ di inchiostro e la firma di rito: a Roma il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha presentato il francobollo che ricorda i 215 anni dell’Oleificio Zucchi, storica azienda cremonese specializzata in oli da semi e da oliva. L’annullo speciale rientra nella serie “Le Eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”, il che consente di archiviare la storia familiare e industriale della società tra le cose eccellenti da ricordare con un timbro postale.

Alla cerimonia c’erano tutti: la presidente e amministratrice delegata Alessia Zucchi, il sottosegretario con delega alla filatelia Fausta Bergamotto, rappresentanti di Poste Italiane e la consueta cornice di istituzioni. Il bozzetto mette insieme il frantoio in pietra delle origini e il logo attuale, in una grafica che pretende di racchiudere due secoli di trasformazioni industriali e commerciali.

Zucchi nasce nel 1810 come piccolo oleificio artigianale. A inizio Novecento imbocca la strada dell’industrializzazione, e nel dopoguerra si trasforma in società per azioni. È il momento del marchio “Zeta”, comparso nelle cucine di mezzo Paese, e dell’apertura verso la grande distribuzione. Gli anni Novanta segnano il trasloco nello stabilimento lungo il canale navigabile di Cremona, con la promessa di sostenibilità, tracciabilità e ricerca, mentre si rafforza l’attività nelle private label.

Nel Duemila arriva la sesta generazione della famiglia. La narrativa ufficiale parla di un passaggio di testimone e di un “percorso di sostenibilità integrata”. I fatti concreti: la creazione del primo disciplinare certificato per la filiera dell’extravergine, una cantina climatizzata per lo stoccaggio, un laboratorio interno per i controlli di qualità e addirittura uno scalo ferroviario privato. L’azienda oggi si definisce società benefit, un’etichetta giuridica che codifica l’impegno a produrre vantaggi anche per comunità e ambiente.

Non mancano le tappe in linea con la sensibilità del tempo: dal report annuale di sostenibilità (ventesima edizione) alle 19 certificazioni di qualità, fino all’avvio dell’iter per la certificazione sulla parità di genere. Nel frattempo la produzione cresce, l’organico conta oltre 150 addetti e il bilancio 2024 supera i 344 milioni di euro, con esportazioni in 45 Paesi.

Il francobollo è quindi l’ennesimo tassello simbolico di una lunga parabola industriale. Come ha dichiarato Alessia Zucchi, è un “tributo a collaboratori e famiglie” che avrebbero contribuito al successo. Più prosaicamente, è un segnale di riconoscimento istituzionale a un marchio che ha saputo attraversare guerre, crisi economiche e cambi di gusto, senza mai uscire di scena.

Che poi un’azienda debba vedersi consacrata da un francobollo per meritare attenzione la dice lunga sulla persistenza di certi riti: si celebra il passato con un oggetto che, come il bollo postale, appartiene a un mondo in via di estinzione. Zucchi, però, continua a produrre olio in quantità e a presidiare scaffali e mercati globali. Il resto – annulli, cornici istituzionali, simboli grafici – serve a mettere ordine nella memoria e a offrire un’immagine di continuità.

A Cremona, intanto, la vita dell’oleificio prosegue come sempre, tra linee produttive e controlli di laboratorio.

Il francobollo, venduto negli uffici postali e conservato nel Museo Storico di Poste Italiane, finirà nelle collezioni degli appassionati. Quanto alla famiglia Zucchi, c’è da scommettere che guarderà più alle prossime mosse sul mercato che al timbro inchiostrato che oggi la consegna - per decreto ministeriale - al pantheon filatelico del Made in Italy.

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