C'è chi sogna ancora la carta. Però in Rete

Lui si chiama Crocifisso Dentello, esattamente come suo nonno e suo cugino. Ha 36 anni, figlio di siciliani, abita alla Bicocca a Milano. Pur non avendo nemmeno un diploma, è un talebano della Letteratura con la elle maiuscola e da mesi fustiga ogni cedimento al pop e ogni compromesso con il mercato in cui si imbatte. Dove? Su Facebook, naturalmente, luogo in cui è conosciuto come «Andrea Dentello»: il suo vero nome è troppo religiosamente scorretto ed è stato bocciato da Zuckerberg. Lettore fluviale, Crocifisso/Andrea inneggia ogni giorno ai grandi nomi del suo Olimpo letterario come Kafka, Roth e Volponi, senza cedere mai a passioncelle frivole ed effimere. Indomito. Su Facebook ha per amici centinaia di addetti ai lavori dell'editoria e la sua massima gioia sarebbe pubblicare il suo Dio benedica gli assassini , una storia di solitudine, amore per la lettura, fratelli scomparsi e santoni manipolatori.

Ha mandato il manoscritto in lettura a Einaudi, Fazi, minimum fax, Baldini & Castoldi, Hacca, Nutrimenti e Il Saggiatore, ricevendo sempre dei no. La via crucis di rifiuti editoriali è stata documentata su Facebook fino a che alcuni addetti ai lavori si sono incuriositi e hanno voluto leggere il manoscritto. A sorpresa, in questi ultimi giorni sono arrivati gli elogi. Renzo Paris, scrittore e critico di scuola pasoliniana: «Dentello ha scritto un romanzo bellissimo dentro il filone dei personaggi inetti e nauseati del Novecento, da Svevo a Tozzi, da Sartre a Salinger»; Andrea Carraro, autore di Il branco : «Ho letto il romanzo ancora inedito di Crocifisso Dentello e mi è piaciuto molto. Sarebbe bello che venisse pubblicato». In privato, dice l'interessato, hanno fatto lo stesso altri critici, editor e scrittori. L'autopubblicazione è fuori discussione, Dentello vuole essere uno scrittore di una volta, vuole un editore serio e preparato che creda in lui. Torna alla mente l'Antonio Moresco di 25 anni fa, quel suo dibattersi tra rifiuti di ogni genere e le sue lettere a nessuno divenute poi compendio di gustosa critica editoriale.

Al momento non sappiamo se Dio benedica gli assassini troverà mai spazio in libreria con tutti gli onori come successe a Gli esordi

di Moresco, ma ci piace pensare che ciò che sta succedendo proprio in questo momento su Facebook è l'inizio di una bella storia, di quelle che succedono sempre e solo in America. E che, come quelle, conosca un lieto fine.

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