Venezia - «Ugo diceva che le donne hanno la fortuna di dare la vita con la gravidanza e lui quella di partorire libri. Li covava dentro come un embrione e quando il figlio era pronto, spingeva per uscire. Così è accaduto con la storia di Signorina. Il riferimento autobiografico è quello alla madre di Ugo che sarebbe stata una sarta nel senso alto della parola se non avesse deciso di dare la vita per la famiglia, Ugo compreso, che si ammalò di asma a cinque anni per non guarirne più». Così Roberta Bortone, moglie dello scomparso (il 21 luglio scorso, a 59 anni) scrittore piemontese Ugo Riccarelli, vincitore assoluto della 51ª edizione Campiello con 19 voti di scarto e oltre un terzo dei voti - 102 preferenze su 289 - commenta il successo de L'amore graffia il mondo (seconda vittoria consecutiva Mondadori e prima volta dell'assegnazione del Premio a uno scrittore deceduto).
Promosso e organizzato da Confindustria Veneto, il Premio ieri sera ha visto alla Fenice il gran finale con una novità: addio Bruno Vespa alla conduzione, buonasera Geppi Cucciari e Neri Marcoré, a dare il segno del nuovo secondo Roberto Zuccato, presidente della Fondazione. A contendersi la «vera da pozzo» con Riccarelli, Fabio Stassi con L'ultimo ballo di Charlot (Sellerio, dato per favorito nei giorni scorsi, 83 voti), Giovanni Cocco con La caduta (Nutrimenti, 47 voti), Beatrice Masini con Tentativi di botanica degli affetti (Bompiani, 36) e Valerio Magrelli con Geologia di un padre (Einaudi, 21).
Il romanzo di Riccarelli - autore tra l'altro di Il dolore perfetto (Mondadori) che gli valse lo Strega nel 2004 - è la storia appunto di Signorina, figlia di un capostazione negli anni del fascismo. Potrebbe diventare una grande stilista, ma Ivo, un figlio nato troppo presto e malato, costretto a «succhiare aria» con l'energia di un mantice, le segna il futuro. Ma il suo coraggio vincerà: il figlio nasce a nuova vita, capace di respirare da solo. «Una vittoria delle donne - ha chiosato la Bortone -.
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