Che il favorito allo Strega sia Walter Siti, col suo Resistere non serve a niente (Rizzoli), non ci sono dubbi. Ma che significa «favorito» in un premio di cui ogni anno si torna a dire che è governato dagli editori, che a piene mani pescano nel paniere di voti degli «Amici della Domenica» e lottizzano, acquisiscono e si cedono tra loro le preferenze?
La situazione di questa 67^ edizione, a poche ore dallo spoglio finale al Ninfeo di Villa Giulia, presidente di seggio Alessandro Piperno, vincitore 2012 con Inseparabili (Mondadori), è chiara ma confusa: tutti danno Siti vincitore al 99%, ma aggiungono quei «però» che spiazzano il non esperto. C'è chi giura che il fatto che Alessandro Perissinotto, con Le colpe dei padri (Piemme) abbia condotto con 69 voti la rosa della cinquina qualcosa vuole dire e che siccome Piemme è marchio del gruppo Mondadori, i voti Mondadori-Einaudi verranno senz'altro spesi per lui, accreditando il giallista come outsider. Ma c'è chi mette la mano sul fuoco che l'esclusione di Gaetano Cappelli (Marsilio) darà un vigore di 27 voti al serbatoio Siti e quindi non c'è partita. D'altra parte c'è anche chi sussurra che è in agguato la ripetizione del «caso Maggiani», quarto in dozzina nel 2005 e poi vittorioso, fu l'ultima volta per Feltrinelli, quando su di lui vennero fatti convergere i voti contro Nesi: «A Rizzoli sono terrorizzati che Mondadori ceda qualcosa agli altri» sostengono ben informate voci di corridoio. E questi altri si identificano appunto di nuovo in Feltrinelli, Paolo Di Paolo e il suo Mandami tanta vita (dato in rimonta anche dai media, ieri).
Di certezze ce ne sono, al momento, solo due: l'eliminazione di Aldo Busi ha tolto pepe alla finale, che si prospettava come il primo vero testa a testa da lunga pezza tra due teste comparabili e compatibili, sia per percorso letterario che per generazione.
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