«Ninfodora arrossisce» è il primo racconto dell’antologia. Ha una storia dietro la storia: «Era il 2008 – racconta l’autrice, Simonetta Caminiti – e la canzone Le mie parole di Alessandro Pacifico risuonava nelle mie lunghe passeggiate, tra i pollini e le foglie gialle dei marciapiedi di Roma». Il verso della canzone «Un viso sordo e muto che l’amore ha illuminato», in particolare, ha ispirato questa novella d’altri tempi, che sembra una fiaba, ma in effetti non punta a un pubblico infantile. E poi, «Il sarcofago», racconto scritto con prosa quasi lirica ispirato a un terribile fatto di cronaca del 1990. E pagine di diario, testi che potrebbero prestarsi al teatro, perfino svariate poesie. Ancora, lettere: specialmente lettere d’amore, ma, qualche volta, rivolte ai destinatari più insospettabili. È il caso de «La maschera di Alcyone», il brano forse più sorprendente e commovente del volume.
«Specie meno note di sirene» (di Simonetta Caminiti per PubMe, appena uscito in commercio) è tutto questo e di più. Un titolo ispirato a una vecchia vignetta: la parodia di quattro sirenette: «Dissacrante – dice Caminiti –, amara e spassosa allo stesso tempo, come piace a me». Dopo un romanzo tradotto in inglese e prossimo all’edizione francese («Gli arpeggi delle mammole»), e un libro presentato alla Mostra di Venezia lo scorso settembre («Senti chi parla – le 101 frasi più famose del cinema, e chi le ha dette veramente», scritto con Massimo M.
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