E ora le super mostre diventano digitali

Il belga Jan Hoet lancia la prima kermesse sul web per veri collezionisti

E ora le super mostre diventano digitali

Apre la prima biennale on line. È vero, di biennali ne sorgono un po' ovunque e prima o poi sarebbe arrivata anche quella sul web, ma la notizia merita attenzione perché l'idea è firmata dal belga Jan Hoet, classe 1936 e un curriculum d'eccezione (vent'anni fa curò «Documenta» a Kassel, tanto per intendersi). Più che un esperimento, Biennaleonline, questo il nome della manifestazione, pare una scommessa sul futuro. Non molte le informazioni per ora a disposizione: si sa che sarà allestita esclusivamente via Internet (www.artplus.com), aprirà il 26 aprile e il tema è «Reflection&Imagination».

Saranno invitati 175 giovani artisti che presenteranno le opere «attraverso una piattaforma di facile accesso, pensata per coinvolgere il pubblico»: sul web si potranno vedere i lavori, approfondirne i dettagli (compresi focus sull'autore) e creare un percorso di visita personalizzato. Il progetto si appoggia sul network digitale Art +, creato da David Dehaeck e Nathalie Haveman per cambiare il modo in cui artisti, collezionisti e appassionati fruiscono delle mostre. Su twitter se ne comincia a parlare, anche perché lo staff è di alto profilo. Tra i 30 curatori (tra cui Hans Obrist e Daniel Birnbaum) chiamati a selezionare gli artisti, un solo italiano: Vincenzo De Bellis, direttore di MiArt, la fiera d'arte moderna e contemporanea di Milano (5-7 aprile) che spiega: «Il progetto è ancora in fieri, anche noi curatori ne sappiamo poco, ma tocca un tema importante: a differenza di musica o cinema, finora le nuove tecnologie erano ai margini dell'arte contemporanea. Ci sono pochi blog e riviste, e non fanno tendenza: è un terreno tutto da esplorare».

Attenzione, però: per Hoet on line non è sinonimo di gratuito. Biglietto di 80 dollari dal 19 aprile per la preview della biennale, a seguire 8 dollari al giorno per il giro virtuale e solo da metà luglio sito ad accesso libero: segno, questo, che s'intende stuzzicare un pubblico mirato (curatori, collezionisti). Una parte degli introiti, pare, saranno devoluti agli artisti.

Mentre la geografia dell'arte contemporanea muta (a maggio la prima edizione di Art Basel a Hong Kong e Rio de Janeiro è la nuova mecca per le gallerie), il web offre opportunità. Come il crowdfunding, la raccolta di fondi privati anche grazie a sottoscrizioni on line, appena lanciata da Bartolomeo Pietromarchi per il suo Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia.

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