Migliaia di frammenti inediti, 14374 pagine di originali, 260 tra manoscritti e dattiloscritti che includono 26 racconti inediti, 4 racconti lunghi, anch'essi inediti. E poi un'infinità di poesie, oltre mille lettere ricevute... Insomma, tutto ciò che sta alla spalle della produzione nota di Roberto Bolaño e che sino a ora aveva potuto visionare in maniera integrale soltanto Andrew Wylie, il coriaceo e imperscrutabile agente dello scrittore cileno. Ecco che cosa è possibile vedere alla mostra «Archivio Bolaño 1977-2003» che sino al 30 giugno sarà aperta al Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona. Un quantitativo di materiali davvero notevole. Che in molti casi consentono di ricostruire un percorso umano e narrativo, di avvicinarsi all'uomo Bolaño e di capire il suo approccio verso la narrazione e verso la vita. In alcuni casi è possibile capire come un libro, una storia, o una poesia prendesse corpo nella mente dello scrittore. Ad esempio sono in mostra due articoli di giornale strappati a mano. Uno è titolato: «Un poeta cileno è stato fatto morire di fame dalla moglie». L'altro: «Sei bambini attraversano il deserto in cerca di amore e di football». E subito gli articoli vengono commentati nel quadernetto del diario e lì a fianco compare un manoscritto con la calligrafia straordinariamente chiara che fonde le due storie e si intitola Las alamedas luminosas (la storia di un poeta ed ex ministro sequestrato dalla moglie). E molte di queste opere per il momento sono visibili soltanto qui.
Come ha spiegato a El País la vedova dello scrittore: «Sono degli originali che devono essere ancora studiati molto. Non ho intenzione di pubblicare nulla sino a che non saranno analizzati bene». Saggezza editoriale o strategia di marketing? Forse tutte e due.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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