Ecco la vera storia del bestseller «Lettera a un bambino mai nato»

L ettera a un bambino mai nato (Rizzoli, 1975) è uno dei titoli più amati della Fallaci. Dedicato al dilemma della nascita e uscito in pieno dibattito sull'aborto, approvato tre anni dopo, riuscì a scontentare i progressisiti (la vita inizia subito, dal concepimento) e i conservatori (la donna decide da sé della gravidanza). Trae spunto da due aborti spontanei del '58 e del '65. Il romanzo viene scritto di getto nel 1966 e chiuso in un cassetto fino al 1974. In quell'anno l'Europeo le chiede di preparare un inserto sull'aborto. Lei si chiude in casa per quattro mesi e ne esce col romanzo terminato. La prima revisione elimina i riferimenti troppo personali per rendere universale il messaggio. La versione originale (tuttora inedita) fu conservata: ha una struttura diaristica e sarà terreno d'indagine filologica in futuro. La ripulitura fu effettuata con l'aiuto di Panagulis a cui si deve una variante fondamentale: il «forse» dell'ultima frase del libro, che lascia speranza.

Tuttavia la Fallaci nelle edizioni successive lo cancellerà. Panagulis, inoltre, cercò inutilmente di convincere Oriana a trasformare il romanzo in un poema in versi. Esiste traccia della sua revisione in tal senso, non accettata dalla scrittrice.AG

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