U mberto Eco ieri ha ricevuto una laurea honoris causa all'università di Torino in Comunicazione e Cultura dei media. La lectio magistralis , diffusa a stralci dalle agenzie di stampa, si presenta come un classico al quale tutti gli antropologi dovranno fare riferimento in futuro per capire quali danni possa produrre la convinzione della propria superiorità morale e intellettuale, un atteggiamento tipico della sinistra sul finire del XX secolo, con strascichi penosi anche nel XXI.
Ecco le parole dell'autore de Il nome della Rosa : «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Di solito venivano subito messi a tacere, ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel». Lo stesso diritto di parola? A un tipo qualsiasi e a un Nobel o aspirante tale? Che scandalo. Sarebbe una testimonianza già abbastanza eloquente ma Eco prosegue: «La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità». Perché mai «portatore di verità»? Non si sa, di preciso. Nessuno infatti pensa di trovare in Rete qualcosa di molto diverso dalla realtà, ovvero un caotico insieme di solenni sciocchezze e riflessioni interessanti, di patacche devastanti e documentati dossier. Si trova di tutto. Pensate che Corrado Augias, collega di Eco a Repubblica , dice di aver trovato in Rete persino il finale del suo (?) saggio Disputa su Dio e dintorni , senza accorgersi di aver affidato la propria solenne dichiarazione d'ateismo a una pagina copiata da La creazione , opera del più grande biologo vivente, Edward O. Wilson. A proposito, Eco ha invitato i giornali «a filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno».
Un invito, immaginiamo, rivolto soprattutto a se stesso, visto che in Rete ha tenuto banco l'ipotesi piuttosto fondata che alcune parti del suo recente romanzo Numero zero debbano qualcosa (o forse più di qualcosa) a Wikipedia , l'enciclopedia on line. Vedi che brutti scherzi tirano le legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar e ora fanno le pulci sul Web ai libri di Eco?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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