Ma che bella città Berlino. Viali alberati, giardini, Mercedes che rombano, spettacolari bandiere rosse e bianche, con una svastica nel mezzo. E come sono simpatici i berlinesi, nel 1933. La città è piena di feste, concerti... Certo, cè un po di preoccupazione per la recessione e per le difficoltà che il Paese potrebbe avere nel ripagare i debiti contratti con le grandi banche straniere. Soprattutto con quelle Usa. Ma il nuovo cancelliere Hitler, nonostante qualche pestaggio di cui si parla, è uno con cui si può ragionare... Uno capace di mettere in riga la Nazione e di fare in modo che i tedeschi rispettino le rate.
È di queste faccende economiche che pensa di doversi occupare il nuovo ambasciatore Usa, William E. Dodd: un pacato professore di storia dellUniversità di Chicago. I suoi interessi politici si sono limitati a un blando sostegno alla campagna di Franklin Delano Roosevelt. I suoi trascorsi allestero si riducono agli studi universitari in Germania. Finisce invece catapultato a Berlino. Eccolo con tutta la sua famiglia - la moglie Mattie, la spensierata e civettuola figlia Martha, il primogenito Bill - invischiato nel bel mezzo dellascesa del regime nazista. Come vademecum per gestire cotanta rivoluzione, le parole di Roosevelt buttate lì in un pranzo di lavoro: «La nostra gente ha diritto di essere rimborsata...».
Questo è linizio del saggio-romanzo di Erik Larson Il giardino delle bestie (Neri Pozza, pagg. 560, euro 18). E non stupisce che in America sia subito arrivato al primo posto della classifica dei bestseller del New York Times. Larson trasforma la storia personale dei Dodd in una struggente discesa allinferno. Perché il principio del Male non è improvviso, né dotato di evidenza. Al contrario, è lento e suadente, quasi impercettibile. Ed è così difficile per chi viene da fuori capire che le persone educate incontrate alle feste, in realtà hanno le mani lorde di sangue...
Il professor Dodd cerca di ragionare, si presenta alle occasioni ufficiali con i gerarchi nazisti a bordo della sua piccola auto privata. E quelli ne deducono che non ha la forza per contrastarli. Può a stento cercare di proteggere i cittadini americani. La giovane Martha passa dalla vivace vita culturale e dalle sue giocose seduzioni (tra cui un alto gerarca nazista, Ernst Hanfstaengl, e lasso dellaviazione Ernst Udet) al vedere una ragazza che viene rasata e messa alla berlina dalle squadre dassalto perché fidanzata di un ebreo. E nel contrasto tra queste situazioni, lei giovane e umorale non riesce a distinguere tra bene e male. E scrivere a Washington per ottenere aiuto serve a poco: la questione ebraica negli States dà fastidio. Quando poi Dodd e famiglia avranno compreso lentità della tempesta dacciaio che sta per irradiarsi dalla Germania e daranno lallarme, il loro sforzo sarà inutile...
Così, alla fine del libro non ci si pone più la domanda che piace alle anime candide: «Come è potuto accadere?». È accaduto mentre tutti erano distratti tra i finti sorrisi di Goebbels, le partite doppie delleconomia internazionale e i filmati olimpici di Leni Riefenstahl.
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