Facebook inaugura il suo circolo letterario Ecco il primo libro

L'iniziativa di Mark Zuckerberg: ora sul suo social consiglia cosa leggere

Facebook inaugura il suo circolo letterario Ecco il primo libro

Poi uno dice i social. Sempre più frivoli. Sempre meno impegnati. Però poi arriva Mark Zuckerberg e, in quattro e quattr'otto, spazza via i (pochi) dubbi rimasti sulla compatibilità tra web e cultura. Anzi, stanco di essere «solo» l'inventore del social network più seguito di sempre, ossia Facebook, sta per diventare il critico letterario più seguito del mondo.

Dunque in un post il trentenne «Zuck» ha annunciato che questo sarà «A year of book», un anno di libri, e che Facebook diventerà quindi anche un circolo letterario: «Leggerò un libro ogni due settimane e lo potremo commentare assieme». Avendo lui oltre 31 milioni di «amici» che in poche ore hanno tributato oltre 80mila «mi piace» e Facebook ben più di un miliardo di utenti, ci vuol poco a capire che Zuckerberg diventerà il critico più potente del pianeta. Una sua recensione varrà oro incenso e mirra per qualsiasi scrittore. Per capirci, qualsiasi libro recensito da lui potrebbe diventare un bestseller quasi in tempo reale. E se ci riuscirà con il primo, il non proprio facilmente accessibile La fine del potere (Mondadori) del politologo venezuelano Moses Naim uscito nel 2013, allora vorrà dire che tutte le diffidenze non avranno più senso: il popolo della rete (definizione ormai quasi vintage) non è composto solo da bifolchi analfabeti e sessuomani ma pure dalla cosiddetta società civile (altra definizione vintage). Oltretutto la scelta del libro non è neppure causale visto che, parola di Zuck, parla di come «il mondo stia cambiando e come gli individui stiano assumendo quel potere che in passato era nelle mani di governi, militari e altre istituzioni». Una specie di apologia indiretta di Facebook. Comunque Zuckerberg, che ha un patrimonio di 34,5 miliardi di dollari (dieci miliardi più del 2013), può concedersi queste sfide. Finora era stato più cheap, annunciando di «mangiare solo carne di animali uccisi da me» o studiare la lingua di sua moglie Priscilla, cioè il mandarino cinese. Stavolta gioca duro: «I libri ti permettono di immergerti in nuovi argomenti molto più di quanto, oggi, non ti consentano i media». Quindi conferma che «tra le mie intenzioni future c'è proprio quella di far virare la mia dieta mediatica sempre più verso i libri». Ovvio, c'è il rischio che i soliti peracottari spargano volgarità. Perciò si potrà partecipare e commentare liberamente le recensioni di Zuck ma «il gruppo sarà moderato per restare focalizzato su questi argomenti».

In poche parole, astenersi haters.

Parliamoci chiaro: è una decisione che avrà un enorme riflesso globale. Un riflesso difficile da condensare e prevedere oggi.

Però un critico con 30 milioni di «amici» che recensisce un libro per un miliardo di potenziali lettori sposterà ogni equilibrio. E avrà tante conseguenze. La prima, inevitabile, è che i libri torneranno ad avere la centralità che meritano anche nel cosiddetto «mondo liquido». Vi pare poco?

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