Cultura e Spettacoli

La Fallaci? Conosceva bene l'islam...

Oriana Fallaci ci ha detto sull'Islam una serie di verità che molti non hanno voluto ascoltare. Spesso per disinnescare i suoi allarmi i detrattori della giornalista hanno usato come argomento la mancanza di competenza. Hanno trattato la reporter come una vecchia, minata dalla malattia, che straparlava.

A dimostrare il contrario un libro che uscirà ai primi di settembre per Rizzoli (prefazione di Lucia Annunziata). Il titolo dice tutto: Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam. Il testo raccoglie molti degli articoli che Fallaci ha scritto in decenni di professione giornalistica. Alcuni sono noti, altri non più ripubblicati dopo l'uscita per le grandi testate dell'epoca, come l' Europeo . E, anche se non mancano pezzi notissimi - come l'intervista-battaglia con Khomeini o quella con Arafat - sono proprio i pezzi “scomparsi” che mostrano la conoscenza profonda che Oriana aveva dell'Islam e del Medioriente. Una sezione è dedicata alle donne e al velo. Oriana scrisse dei reportage fenomenali a tema proprio nei primi anni '60. Inviata (assieme al fotografo Duilio Palottelli) da Giorgio Fattori, direttore dell' Europeo , raccolse in quell'occasione i materiali alla base del suo Il sesso inutile (Rizzoli, 1961). La condizione della donna islamica la toccò, forse anche per la sua storia familiare. Ecco cosa scriveva dal Pakistan: «Donne che vivono dietro la nebbia fitta di un velo e più che un velo è un lenzuolo il quale le copre dalla testa ai piedi come un sudario». Anni dopo (febbraio del 1970) la giornalista si recò nelle basi di Al Fatah al confine di Israele. Capiva la sofferenza dei palestinesi ma era inorridita dai loro metodi. George Habbash le disse: «Abbiamo il diritto di fare tutto compreso quello che lei chiama sabotaggio e terrorismo». Da cronista attenta racconta le librerie de militanti, l'influenza del marxismo nel loro modo di pensare e di operare. Nella sezione del libro Rizzoli dedicata ai «profeti del terrore» molto è pescato da qui. Leggendo questi testi e affiancandoli all'enorme mole di ricerca per Insciallah diventa difficile accusare la Fallaci di parlare di cose che non ha conosciuto. Sarebbe bello se tra gli articoli scelti da Rizzoli ci fosse anche un suo reportage che risale alla Prima Guerra del Golfo (1991). Si intitolava I mullah si ribellano ai nuovi crociati e preconizzava molto di quel che è successo dopo. È memorabile come quella frase di Insciallah : «La prossima guerra...

tra chi biascica il Pater Noster e chi frigna l'Allah russillallà».

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