Freud pro gay: "Non c'è nulla di cui vergognarsi"
20 Febbraio 2015 - 08:43Una lettera scritta dal celebre psicologo nel 1935 dimostra come l'omosessualità "non può essere classificata come una malattia"
Che Sigmund Freud, fondatore della psicanalisi, ritenesse che tutti nascano bisessuali era noto da tempo. E i gay? Le persone nascono davvero omosessuali? Cosa ne pensa lo psicanalista barbuto?
Una lettera scritta nel 1935 da Freud ci aiuta a chiarire questo delicato aspetto non solo della psiche umana, ma anche della società. Nella lettera Freud risponde - come scrive l'Huffington - "a una madre che gli aveva chiesto aiuto per il figlio gay".
Ed ecco la risposta: "Cara signora, deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L'omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c'è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c'erano grandi uomini. (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc)".
Lo psicologo afferma poi che "è una grande ingiustizia perseguitare l'omosessualità come un crimine - e anche una crudeltà".
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