
- La ministra di Emmanuel Macron, quella della Cultura, cioè responsabile per il Louvre, sostiene che i sistemi di sicurezza del Museo abbiano funzionato. Ambé, pensa tu se erano rotti…
- Notizia importante, forse passata un po’ sotto tono: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky definisce la proposta di Trump di utilizzare la linea di contatto come base di discussione "un buon compromesso". Rispetto al “non cederemo nulla”, mi pare un passo in avanti.
- Resta il fatto che Putin, a quanto pare, non ha nessuna fretta di arrivare alla pace. E la differenza per Trump è che su Mosca ha molta meno capacità di pressione di quanta non ne abbia su Israele. Ci vorrà più tempo, ma speriamo che il risultato finale - un giorno - possa essere quello dello stop alle armi. Anche qui, come a Gaza, sognatevi che il patto possa mai prevedere il ritorno di tutti i territori a Kiev. Bisognerà trattare, e cedere qualcosina. Purtroppo.
- Clamoroso a Garlasco: un supertestimone afferma che lo scontrino di Andrea Sempio, quello che gli aveva garantito un alibi per il giorno della morte di Chiara Poggi, non sarebbe il suo. Pazzesco, vero? Sì, forse. Però nel gran caos di Garlasco è forse arrivato il momento di mettere due punti fermi. Primo: non è che qualsiasi persona dica qualcosa, prima ancora che gli investigatori possano verificarlo, si trasforma automaticamente in un “supertestimone”. Intanto perché non è detto che la sua versione sia quella vera. E poi perché per diventare “super” deve effettivamente ribaltare le carte in tavola. Secondo: ipotizziamo, e non possiamo ancora affermarlo con certezza, che quello scontrino non sia di Andrea. Nella peggiore delle ipotesi, per lui, vuol dire che il presunto “alibi” ritenuto valido all’epoca delle precedenti indagini oggi non sarebbe più tale. Ma questo non lo trasforma nel killer. Non entro nelle tecnicalità del fatto che al tempo in cui lo mostrò ai carabinieri non era neppure indagato. Voglio solo dire che non bisogna fare l’errore, già commesso con Alberto Stasi, di trasformare il malcapitato di turno nel mostro ancor prima del tempo per poi ritrovarci magari qui, anni e anni dopo, a discutere se l’assassino può essere un’altra persona ancora. Checché ne dicano i romanzi gialli, l’assenza di “alibi” non trasforma automaticamente Sempio nell’assassino. Può essere un indizio, forse. Che andrà valutato - nel processo, e non nei talk show - con tutti gli altri indizi alla ricerca di una prova della sua colpevolezza “oltre ogni ragionevole dubbio”. Non può bastare la non veridicità presunta di quello scontrino. Perché a pensarci bene, anche io, la sera dell’omicidio di Chiara Poggi, forse ero senza un alibi.
- Quindi, sì: io sto con Andrea Sempio, almeno finché non si aprirà il processo e le carte di tutti, accusa e difesa, non verranno messe sul tavolo. Ora è troppo facile puntare il dito costruendo cartelli di carta solo ed esclusivamente sulle notizie fatte trapelare dalla Procura. Non ci sto.
- La norma sugli affitti brevi, che alzava al 26% la tassazione sulle locazioni del primo immobile messo a reddito, era già una scemenza (per un governo che rivendica di voler abbassare le tasse e aiutare il ceto medio). Ma la mezza retromarcia è pure peggio: hanno rimesso il 21%, ma solo per chi affitta gli appartamenti senza passare da Airbnb o Booking. Il che è una follia totale. Una scelta assurda. Intanto perché pare una presa in giro. Poi perché cosa si aspettano, che la gente metta in affitto la casa facendo il passaparola? Oppure stampando volantini da distribuire in piazza? Abbiate il buon gusto, almeno, di non scrivere fare certi mezzucci dai.
- Ma poi: Salvini è contrario; Tajani è contrario. E chi l’ha scritta?
- La sentenza della Cassazione: «Non è risultata, a oggi, mai processualmente provata alcuna attività
di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane, né nella fase iniziale di fondazione del gruppo né nei decenni successivi». Fine di tanti, inutili, trasmissioni e altrettante farlocchi teoremi fondati sul nulla.