Cultura e Spettacoli

George Saunders L'America (non) è un Bengodi...

George Saunders è oggi tra i maggiori scrittori americani contemporanei: tra i pochi ad avere raccolto la tradizione letteraria statunitense rivisitandola senza cadere nel rischio dell'imitazione. Se al suo esordio fu incluso dal New Yorker nella lista dei «venti scrittori per il 21esimo secolo», due anni fa il Time l'ha inserito tra le 100 persone più influenti del mondo. Adesso torna nelle librerie Bengodi e altri racconti (uscito nel 2005 da Einaudi come Il declino delle guerre civili americane , ormai introvabile) riproposto da minimum fax (pagg. 214, euro 16; trad. Cristiana Mennella) con una nota biografica dell'autore e un racconto inedito: Mancanza d'ordine nella Sala dell'Oggetto Galleggiante (del 1986, ma tutt'altro che datato: a partire dal titolo che sfiora il surrealismo postmoderno).

Attraverso un immaginario alla Philip Dick (a cui Saunders deve molto, pur non trincerandosi dietro il genere fantascientifico e con una scrittura più ricercata), con echi narrativi che ricordano il Mark Twain più satirico, l'ironia di Kurt Vonnegut, le digressioni distopiche di Aldous Huxley, George Sauders ha mantenuto intatta la propria voce senza diventare eco: come ha scritto Thomas Pynchon la sua è «una voce straordinariamente intonata: aggraziata, cupa, sincera, e ci racconta storie che abbiamo bisogno di affrontare di questi tempi». Perché Saunders affronta tutti i limiti di un capitalismo sfrenato, di un'America che danza, cieca verso il baratro non solo finanziario, all'ombra del dollaro. Il tutto venato da una violenza che in alcuni passaggi esplode in tutta la sua evidente atrocità e in altri è la sottotraccia che lega tutti i racconti facendone quasi un romanzo. Una violenza che si muove di pari passo con un puritanesimo che descrive i due estremi del «sogno americano», da una parte ridotto in cenere e dall'altra ancora capace di impedire il definitivo tracollo morale di una società dominata dalle nuove regole della politica e dal capitalismo. In questi racconti-romanzo c'è tutto il pragmatismo made in Usa reso dallo scrittore con la sua capacità di farci comprendere come il gergo commerciale sia diventato un linguaggio usato per raccontare una grande bugia.

Assurdità della nostra moderna esistenza e mistificazione del reale sono rese perfettamente attraverso l'ambientazione di tutti i racconti in un parco divertimenti: metafora di una civiltà giunta al suo declino, ma ancora capace di scatti di umanità.

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