Le gesta di Luigi Durand de la Penne commemorate in una intensa spy story

Antonella Colonna Vilasi firma un nuovo libro per i tipi di Neftasia per celebrare un eroe italiano della Seconda guerra mondiale

Antonella Colonna Vilasi
Antonella Colonna Vilasi

La guerra ha milioni di protagonisti, esseri umani con le loro paure, le loro emozioni e i loro vissuti, che combattono strenuamente per la patria, arrivando addirittura a sacrificare la propria vita per questo ideale. Purtroppo, però, questi uomini e le loro gesta, nella maggior parte dei casi, vengono dimenticati e non viene dato loro il giusto risalto, specialmente dopo la sconfitta. Nell’immenso numero di giovani che dedicano i migliori anni delle loro vite al servizio della patria c’è sempre, però, qualcuno che emerge, perché particolarmente valoroso, scaltro nell’arte bellica o coraggioso. Uno di questi eroi ‒ perché è così che vengono solitamente definiti questi uomini ‒ è stato, durante la Seconda guerra mondiale, Luigi Durand de la Penne.

Nato a Genova, dapprima cadetto dell’Accademia navale di Livorno, si dimostrò particolarmente impavido, capace e abile, tanto che alla fine della guerra venne decorato con la medaglia d’oro al valor militare. In seguito si darà pure alla politica, ricoprendo anche incarichi ufficiali. Alle imprese di questo valoroso uomo è dedicato il romanzo di Antonella Colonna Vilasi, Un eroe italiano (Neftasia, pp. 100, € 13,00), per il quale ha scritto la Prefazione lo psichiatra Alessandro Meluzzi.

Si tratta di una coinvolgente e affascinante spy story, in cui si congiungono le conoscenze nel campo dell’intelligence, nonché quelle storiche, dell’autrice la quale è una delle poche scrittrici italiane di questo genere di opere narrative.

Tra diplomazia e giochi di seduzione

All’inizio del 1935, mentre l’Italia era nel pieno della guerra d’Etiopia, Luigi Durand de la Penne era ancora un cadetto dell’Accademia navale di Livorno, quando una mattina fu convocato a rapporto dal comandante. Arrivato nel suo ufficio, vi trovò tal “capitano Apollo”, che gli spiegò il motivo per cui era stato convocato: sarebbe stato coinvolto in una missione diplomatica. Dato che la Gran Bretagna stava ostacolando le operazioni militari italiane nel Corno d’Africa, Luigi avrebbe dovuto sedurre le due figlie di due alti funzionari dell’Ambasciata inglese, in modo da avere accesso, soprattutto di notte, alle stanze più riservate dell’ambasciatore britannico, per poi arrivare alla cassaforte e fotografarne i documenti riservati. Grazie alla sua avvenenza Luigi riuscì a conquistare subito uno spazio all’interno dell’ambasciata, ma la sua prima “vittima” non fu chi gli era stato indicato, bensì lady Margaret, moglie dell’addetto militare dell’ambasciata, che si insinuò in camera del giovane cadetto la sera della festa durante la quale Luigi fece il suo primo ingresso nella sede diplomatica. Nei giorni e nelle serate seguenti (giorni durante i quali superò l’esame in accademia che gli permise di diventare ufficialmente guardiamarina) il cadetto ebbe modo di portare avanti il compito che gli era stato assegnato riuscendo ad avvicinarsi sempre più a Grace, ragazza dai lineamenti dolci e delicati e, contemporaneamente, anche a Diana, algida valchiria, che sciolse la sua freddezza dimostrando di essere una donna molto passionale. Nel frattempo, anche lady Margaret continuava la sua opera di seduzione e, in breve tempo, proprio durante un appuntamento notturno con quest’ultima, Luigi riuscì a fare il calco della serratura della cassaforte in modo che i suoi colleghi sarebbero potuti poi tornare e portare a termine la missione. Nel frattempo Luigi aveva fatto la conoscenza di un’ennesima donna, lady Rosalind Lancaster, pittrice, figlia di un pari inglese e ospite dell’ambasciata, anche lei invaghitasi del giovane ufficiale. Una notte, mentre tutte le donne furono strategicamente invitate a teatro, la missione fu portata a termine secondo i piani. Ciò che non era stato previsto, però, fu un duello a fioretto tra Rosalind e Diana animato da un sentimento di gelosia nei confronti di Luigi, che con grande orgoglio patriottico, per evitare l’incidente diplomatico, fu allontanato al fronte.

Una nuova sfida

Nel frattempo Luigi era stato promosso sottotenente di vascello e prese parte alla spedizione dei mezzi d’assalto contro la base britannica di Alessandria d’Egitto. Soprattutto era stato incaricato, insieme ad altri, di manovrare i “maiali”, dei potenti siluri pilotati in immersione. La pericolosità della missione era talmente alta che a questi piloti veniva consigliato, prima di imbarcarsi, di fare testamento e sistemare le proprie cose, tanto erano basse le probabilità di sopravvivenza. Peraltro, prerogativa della missione era, per gli ufficiali, il non essere sposati e, visto il fidanzamento tra Luigi e Valeria ‒ donna con la quale avrebbe lui voluto trascorrere il resto della sua vita ‒, il sottotenente Durand de la Penne chiese al comandante il congedo dalla missione per poter coronare le proprie nozze con l’amata. Al suo ritorno in guerra, Luigi affrontò forse la sfida per lui più importante, che mise alla prova la sua tenacia e la sua indole patriottica. A un certo punto, in battaglia, si trovò da solo proprio quando tutto sembrava complicarsi e, non vedendo più il suo collega, dovette agire: sistemò la pesantissima carica di esplosivo e si nascose. Dopo l’esplosione, Luigi e il ritrovato compagno d’armi furono recuperati da un motoscafo inglese e, per sicurezza, rinchiusi separatamente: in questo frangente si convinsero che sarebbero morti per primi. Ma non tutto era ancora perduto, perché con un suo atto di eroismo e generosità (ma anche di disobbedienza) Luigi riuscì a risparmiare parecchie vite umane. Questo però non gli evitò di essere imprigionato più e più volte dopo varie fughe, fino all’8 settembre 1943, quando fu liberato in via definitiva e il suo coraggio fu ufficialmente premiato. L’autrice ha scelto un soggetto molto efficace, ma soprattutto un linguaggio e uno stile eleganti, che rendono particolarmente avvincente la storia di un eroico e coraggioso personaggio che forse, attraverso questo romanzo, potrà essere ricordato da molte più persone rispetto a quante ne conoscevano le sue gesta finora. Senza dubbio si tratta di un romanzo di grande interesse, narrativo e documentale, perché personaggi come Luigi Durand de la Penne hanno da insegnare qualcosa di molto importante ancora oggi.

"Anche personaggi meritevoli per un evento e per un fatto eccezionale hanno una profondità umana e biografica a tutto tondo e a 360 gradi - scrive Meluzzi nella sua prefazione - il racconto di questi eventi e delle loro vite, quindi, non è soltanto il contorno necessario di una realtà storica momentanea, per quanto formidabile, ma anche il ricco e complesso ritratto di un’epoca, di un tempo e di una realtà umana, antropologica e di costume largamente intesa".

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