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Hanna Reitsch, il lungo volo della pioniera di Hitler

La storia di Hanna Reitsch, pilota collaudatrice di Hitler che arrivò dove nessuno avrebbe osato, raccontata ne Il volo, la mia vita. Non solo un libro di guerra, ma la fedele testimonianza vergata da una donna senza eguali

Hanna Reitsch, il lungo volo della pioniera di Hitler

"E ora avrei potuto prendere parte a un corso di formazione presso la scuola di volo a vela di Grunau. Finalmente andavo a volare!”. Le precise parole pronunciate da una giovanissima Hanna Reitsch, la pioniera dell'aviazione di Hitler che in un ventennio da allora avrebbe raggiunto, e addirittura surclassato per coraggio, la leggendaria Amelia Earhart. Forse la più nota aviatrice della storia.

Instancabile, sempre sorridente, con i suoi biondi capelli color cenere immancabilmente raccolti per calzare la cuffia da pilota prima di spiccare il volo. Hanna Reitsch, piccola grande donna destinata a rimanere nella leggenda, sceglierà di scrivere le sue memorie dopo essere stata internata in un campo di prigionia dagli americani. Non per osannare il “sangue dei vinti”, ma per raccontare con schietta semplicità - senza per questo privarsi di una perpetua precisione nelle nozioni più specifiche - una verità: la sua.

Detentrice tra gli anni '20 e '30 di un nutrito palmares di primati di volo, principalmente a vela, iniziò così la sua lunga carriera: ”Un corso di addestramento al volo a Grunau.. dove c’era una nota scuola di piloti per alianti”. Il preludio al volo come promessa del padre medico se la "bambina" avesse onorato e rispettato il suo impegno negli studi. L'approccio al volo a motore, fino a divenire pilota collaudatrice di quasi tutti gli aerei militari impiegati dalla Luftwaffe durante il secondo conflitto mondiale. Anche dei più pionieristici e spettacolari prototipi a reazione. Dal Focke-Wulf Fw 190, il caccia ad ala bassa più impiegato nella difesa dei cieli del Reich, al gigantesco aliante da trasporto Messerschmitt Me 321 “Gigant”. Dallo sviluppo delle temibili e leggendarie V1 pilotate da quelli che dovevano diventare i kamikaze tetutonici (gli “Uomini SO”, ndr), ai test per portare all'operatività il pericoloso aereo a razzo Me 163 “Komet”: una delle Wunderwaffen, le armi meravigliose tanto desiderate da Hitler che la fecero sentire, testuali parole, come a "vivere una fantasia di Münchhausen". Ogni traguardo, ogni pensiero, riportato fedelmente nelle sue memorie edite in Italia da Italia Storica di Andrea Lombardi.

Volare, la mia vita (Italia Storica) di Hanna Reitsch ripercorre tutti i passi compiuti dalla pilota collaudatrice che, come tanti bambini divenuti aviatori, trovò nel volo degli uccelli che solcavano gli azzurri cieli estivi della Germania, il primordiale istinto di raggiungerli per passare accanto a loro come faceva "ogni nuvola nel vento”. Un'infanzia trascorsa con il naso all'insù, "finché (quel piacere) non si trasformò in una profonda, insistente nostalgia, un desiderio che mi accompagnava ovunque e mai poteva essere placato". Ecco cosa porta l'essere umano al volo.

Questo avrebbe portato la giovane e stimata collaudatrice a diventare la prima donna al mondo a pilotare un elicottero, come ad atterrare nella Berlino assediata dai sovietici in quell’aprile 1945. Solo lei e il futuro Feldmaresciallo Ritter von Greim, nominato da Adolf Hitler ultimo comandante in capo della Luftwaffe, per ricevere gli ultimi ordini del führer prima della "caduta". “Stavo sconfinando in un dominio esclusivamente maschile e sentivo che il ricevere l’incarico di un compito patriottico di tale importanza e responsabilità, era un onore più grande di quello conferito da qualsiasi titolo o decorazione”, che pure le venne conferita, anzi, personalizzata in diamanti e oro.

Figura leggendaria anche nella Germania che di solito mal celebra chiunque abbia avuto a che fare con il Nazismo - si tratti fiananco di geni e pionieri che hanno gettato le basi per la corsa allo Spazio, come nel caso del barone, ed ex SS, Wernher von Braun (che lei avrebbe incontrato in America dopo la guerra) - la Reitsch è stata e resterà da ogni punto di vista si voglia vederla uno dei più grandi piloti che il mondo abbia mai conosciuto.

Una donna straordinaria che - ripercorrendo la sua storia, a tratti struggente - non fornisce soltanto una panoramica dei progressi dell’aviazione e dei piani di guerra della Luftwaffe, ma condivide con il lettore la carriera straordinaria di una donna antesignana e totalmente fuori dal comune. Toccando le fasi più drammatiche di una vita interamente dedicata al volo e al patriottismo "puro" ma non cieco - a testimoniarlo il suo resoconto fondamentale dei giorni trascorsi nel bunker della Cancelleria a Berlino. Un patriottismo che non si perde d’animo, anche dopo i terribili giorni della caduta, quando ai tedeschi, per un certo tempo, verrà addirittura proibito di volare nelle competizioni sportivo-acrobatiche. Il "volo è la mia vita", e io "vivrò per volare ancora”, si sarebbe detta nei giorni più bui della sua storia.

Chi leggerà il libro scoprirà che è vero, che così è stato.

Volare, la mia vita di Hanna Reitsch

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