Ironia e puntiglio Ecco le doti del giornalista davvero libero

Ironia e puntiglio Ecco le doti del giornalista davvero libero

Un inedito molto speciale. Tutto dedicato alla libertà di stampa. E tutto centrato sulle qualità del vero giornalista. Ecco cosa contiene il testo di Albert Camus (1913-1960) recuperato da Macha Sery, una giornalista del quotidiano francese Le Monde e pubblicato ieri dalla testata d’oltralpe. L’articolo, spiega il quotidiano, avrebbe dovuto uscire in bella evidenza, il 25 novembre 1939, nelle pagine de Le soir republicain, smilza testata (un solo foglio) che Camus codirigeva ad Algeri. Scomparso per oltre 60 anni, è stato ritrovato negli Archivi nazionali dell’Oltremare conservati a Aix en Provence. Il testo venne scritto in un momento molto complesso: la Francia aveva da poco dichiarato guerra alla Germania e la stampa veniva rapidamente spinta ad abbandonare ogni tono pacifista. Invece lo scrittore, socialista e pacifista, prende posizione contro tutti i condizionamenti. Le doti del giornalista devono sempre essere: «Lucidità, rifiuto, ironia e ostinazione». Sono i mezzi con cui può far sì che la libertà di stampa e quindi la sua libertà individuale sia «non solo preservata, ma ancora manifestata» anche nei momenti difficili.
«La lucidità suppone la resistenza alle tentazioni dell’odio». E ancora: «Di fronte alla marea montante della stupidità, è ugualmente necessario opporre qualche rifiuto. Tutte le costrizioni del mondo non faranno sì che uno spirito pulito diventi disonesto», prosegue lo scrittore, «è facile assicurarsi dell’autenticità di una notizia. È a questo che un giornalista deve dedicare la sua attenzione». Per quanto riguarda l’ironia: «resta un’arma senza precedenti contro i troppo potenti. Completa il rifiuto nel senso che permette non più di rigettare quello che è falso, ma di dire spesso quello che è vero... una verità enunciata in tono dogmatico viene censurata nove volte su dieci, la stessa verità detta scherzosamente solo cinque volte su dieci». Il cronista libero, quindi, «è necessariamente ironico».

Questo spirito, sostiene infine Camus necessita di «un minimo di ostinazione». Idee forti insomma. Peccato che la censura autorizzata dal governo francese a metà agosto non permise venisse pubblicato e quindi lo leggiamo adesso.

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