Cultura e Spettacoli

L’euro dell’Expo è aureo: deve tutto al genio italiano

Nella moneta celebrativa sono state incise cinque foglie per cinque continenti. E le cinque cifre alla base di vita e bellezza scoperte da Fibonacci e Leonardo

L’euro dell’Expo è aureo: deve tutto al genio italiano

Nella moneta celebrativa per l’EXPO-2015 sono incisi un ideale albero della vita con cinque foglie per i cinque continenti e cinque numeri: 1,6180 che Laura Cretara ha voluto inserire in onore alla Sintesi di vita, arte, matematica e scienza che il Numero Aureo rappresenta. Sintesi le cui radici sono tutte in Italia. I cinque numeri sono infatti le prime cinque cifre del Numero Aureo, reso famoso da due grandi italiani: Leonardo da Pisa (che volle chiamarsi Figlio - Fi - di Bonacci: Fibonacci) e Leonardo da Vinci. Questo numero ha una proprietà affascinante che vorremmo illustrare con un esempio. Se alle ultime elezioni ci fossero state due coalizioni, una con il 62% dei voti e l’altra con il 38%, dividendo 62 per 38 si otterrebbe un numero, 1,63, molto vicino al valore del «Numero Aureo» inciso nella moneta.
Il rapporto tra totale dei deputati eletti (100%) e deputati della maggioranza sarebbe 100% diviso 62% che fa 1,61. Lo stesso numero si ottiene se calcoliamo il rapporto tra deputati della maggioranza (62%) e deputati dell’opposizione (38%). Infatti dividendo 62% per 38% si ottiene 1,63. Come appare nella moneta celebrativa il Numero Aureo vale circa 1,62 e i tre numeri (1,61; 1,62; 1,63) sono eguali entro l’uno percento. Sta nella eguaglianza tra questi rapporti il primo motivo di fascino del Numero Aureo, le cui proprietà attrassero l’interesse di artisti, pensatori e matematici. Infatti 62% e 38% sono una coincidenza che accade solo quando il numero più grande diviso per quello più piccolo dà come risultato il Numero Aureo. E dire che di numeri e coppie possibili ce ne sono infinite. Fibonacci scoprì l’equazione che descrive il Numero Aureo trovandone la soluzione, che dice: questo numero è irrazionale. Il che vuol dire che esso ha un numero infinito di cifre. Ed ecco l’altra scoperta di Fibonacci: esiste una serie di numeri (serie che Fibonacci scoprì studiando la proliferazione della materia vivente, a esempio i conigli) in cui prendendone una coppia e dividendo il più grande per il più piccolo viene fuori un numero sempre più vicino al Numero Aureo man mano che si va avanti con i numeri della serie.
Per fare questi calcoli bisognerebbe avere un supercomputer molto più potente di tutti quelli che noi scienziati si possa immaginare di poter costruire e che sia in grado di funzionare molto più a lungo della longevità che ha quella particella che è in tutti noi, il protone. Il cinquanta per cento del peso nostro e di qualsiasi cosa a noi familiare è dovuto ai protoni, la cui longevità supera di oltre centomila miliardi di miliardi di volte la vita dell’Universo (20 miliardi di anni). La Scienza partecipa al fascino del Numero Aureo avendo in mano la massima quantità di tempo di cui si possa concepire l’esistenza. Non in termini filosofici astratti, ma come realtà rigorosamente scientifica. Chi scrive è autore delle prime misure sulla longevità del protone, quando questo problema sembrava di poco conto. Fu nel lontano 1979 che nelle motivazioni scientifiche del mio progetto per il più potente Laboratorio sotterraneo del mondo (quello del Gran Sasso) introdussi le ricerche sulla stabilità del protone, oggi al centro dell’attenzione scientifica. Ricerche in cui sono impegnati al Gran Sasso molti fisici dell'INFN sotto la guida di Carlo Rubbia.
Il Numero Aureo è in ciascuno di noi, disse Leonardo da Vinci pensando a una coppia di lunghezze tipiche del nostro corpo senza sapere che siamo tutti fatti di «protoni». E definì «uomo ideale» chi ha nel suo corpo due lunghezze fondamentali il cui rapporto sia eguale al Numero Aureo. Le due lunghezze sono la distanza che va dall’ombelico (centro del nostro corpo) all’estremità della testa e quella che sempre dal centro del corpo va all’estremità dei piedi. Se una persona è alta 170 cm, le due lunghezze dettate dal Numero Aureo sono 64,6 e 105,6 centimetri. E infatti dividendo 105,6 per 64,6 si ottiene il Numero Aureo. Per un corazziere alto due metri le due lunghezze dettate dal Numero Aureo sono 76 cm e 124 cm.
Il Numero Aureo entra nelle figure geometriche generando il rettangolo aureo, il triangolo aureo e il pentagono che genera la stella a cinque punte; infatti il lato della stella e il lato del pentagono sono nel rapporto del 38% e 62%, come vuole il Numero Aureo le cui proporzioni troviamo nella pittura, nella scultura e nelle opere architettoniche in quanto il Numero Aureo nasce anche cercando fascino e bellezza nelle cose reali.

Ecco perché le proporzioni 38% e 62% le troviamo nelle piramidi, nei templi di Agrigento, nel Duomo di Milano, nella Gioconda, nella Venere di Botticelli e in tutte le opere di pittura, scultura e architettura (cattedrali e chiese) di cui è ricca l’Italia.

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