L'AUTORE Il tedesco che ha trovato la «terapia» giusta per lo psychothriller

Con «La psichiatra» e «Il superstite» lo scrittore tedesco Wulf Dorn, classe 1969, ha dimostrato di essere uno dei più abili interpreti dello psichothriller internazionale, sospinto dal passaparola degli appassionati. L'esperienza sul campo come esperto in terapie psichiatriche di recupero gli ha permesso di attingere a contenuti di prima mano e anche per «Follia profonda» (Corbaccio, pagg. 432, euro 17, 60), in uscita in libreria il prossimo 30 agosto. Ancora una volta, fonte d'ispirazione è stata la vita stessa. «Tutto è iniziato una mattina, durante un viaggio di lavoro, quando uscendo dalla mia camera d'albergo ho trovato una rosa rossa fuori dalla porta - racconta Dorn nella postfazione del romanzo -. Non era accompagnata da niente, né da una lettera, né da un biglietto da visita, neppure un breve messaggio. L'idea che qualcuno nel mezzo della notte si fosse spinto fino alla mia camera non mi è risultata molto piacevole. Anche se la rosa era davvero bellissima. Quel fiore ha risvegliato la mia immaginazione e questo, come sanno i miei lettori, mi porta sempre in abissi piuttosto oscuri. Proprio lì ho trovato un tema che avevo accarezzato spesso: lo stalking». Grazie al regalo di una persona sconosciuta nasce quindi il nuovo thriller.

«Di certo niente di paragonabile alle storie di E.T.A. Hoffman, Edgar Allan Poe o M.R. James - aggiunge l'autore - ma credo che sarebbe piaciuto ai signori Freud e Jung, Soprattutto se avessero saputo che, mentre lo scriveva, l'autore aveva la tremarella».

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