Per gentile concessione dell'editore Liberilibri, pubblichiamo alcuni passi dalla raccolta di saggi «La virtù dell'egoismo» edito nel 1961 (in Italia nel 1999). Si vuole così dare un esempio delle idee di Ayn Rand (1905-1982) in questi giorni tornata al centro dell'interesse perché indicata da Paul Ryan, candidato repubblicano alla vicepresidenza Usa, come propria maestra.
Oggi, come in passato, la maggior parte dei filosofi concorda che la norma ultima dell’etica è il capriccio ( essi lo chiamano «postulato arbitrario» o «scelta soggettiva» o «impegno emotivo ») – e la battaglia è solo sulla questione di chi sia il capriccio: di se stessi, della società, del dittatore o di Dio. Su qualunque altro tema essi possano trovarsi in disaccordo, i moralisti di oggi concordano che l’etica è un problema soggettivo e che le tre cose bandite dal suo campo sono: ragione, intelletto, realtà. Se vi domandate perché il mondo sta oggi sprofondando sempre più verso l’inferno, questa è la ragione. Se volete salvare la civiltà dovete sfidare proprio questa premessa dell’etica moderna e di tutta la storia dell’etica.
VALORI L’uomo deve scegliere le sue azioni, i suoi valori e scopi in base alla norma di ciò che gli è confacente, allo scopo di ottenere, conservare, realizzare e godere quel valore ultimo, quel fine in sé che è la propria vita. Valore è ciò che motiva le azioni necessarie a ottenerlo o conservarlo;virtù è l’atto attraverso il quale lo si acquista o lo si conserva.I tre valori cardinali dell’etica oggettivista – i tre valori che sono contemporaneamente il mezzo e la realizzazione del proprio valore ultimo, ossia della propria vita – sono: Ragione, Proposito e Stima di sé, cui corrispondono tre virtù: Razionalità, Produttività, Orgoglio. Il lavoro produttivo è il proposito, lo scopo centrale della vita di un uomo razionale, il valore centrale che integra e determina la gerarchia di tutti gli altri suoi valori. La ragione è la fonte, la precondizione del suo lavoro produttivo. L’orgoglio è il risultato.
EGOISMO Il principio sociale basilare dell’etica oggettivista è che, proprio come la vita è un fine in sé, così ogni essere umano vivente è un fine in sé, non il mezzo per i fini o il benessere degli altri e, quindi, che l’uomo deve vivere per il proprio interesse, senza sacrificare se stesso agli altri né sacrificando gli altri a se stesso. Vivere per il proprio interesse significa che il raggiungimento della propria felicità è il più alto scopo morale dell’uomo.
I BENEFICI DELL’EGOISMO È solo sulla base dell’interesse egoistico, ossia sulla base della giustizia, che gli uomini possono vivere insieme in una società libera, pacifica, prospera, benevola, razionale. I due grandi valori di cui beneficiare dall’esistenza sociale sono: conoscenza e scambio. L’uomo è la sola specie che può trasmettere ed espandere la sua quantità di conoscenza di generazione in generazione; la conoscenza potenzialmente disponibile all’uomo è più grande di quella che un individuo potrebbe sperare di acquisire in tutto il corso della sua vita; ogni uomo trae un beneficio incalcolabile dalla conoscenza scoperta dagli altri. Il secondo grande beneficio è la divisione del lavoro: essa mette l’uomo in grado di dedicare i propri sforzi a un particolare campo di lavoro e scambiare con altri individui specializzati in altri campi. Questa forma di cooperazione consente a tutti coloro che vi prendono parte di conseguire una conoscenza, un’abilità e un ritorno produttivo del loro sforzo maggiori di quelli che potrebbero conseguire se ciascuno dovesse produrre tutto ciò di cui ha bisogno, come avverrebbe su un’isola deserta o in una fattoria autarchica.
CAPITALISMO L’etica oggettivista è la base morale di cui necessita quel sistema politico economico che, oggi, è in corso di distruzione in tutto il mondo, precisamente per mancanza di una difesa e validazione filosofica, morale: il sistema originale americano, il capitalismo. Quando dico «capitalismo » intendo dire un pieno, puro, non controllato né regolato capitalismo del laissez-faire, in cui Stato ed economia siano pienamente separati, nello stesso modo e per la stessa ragione della separazione fra Stato e Chiesa.
Un sistema puro di capitalismo non è ancora mai esistito, neanche in America; vari gradi di controllo governativo lo hanno minato e distorto fin dall’inizio.
Il capitalismo non è il sistema del passato; è il sistema del futuro, se il genere umano vorrà avere un futuro.
PROGRESSO Il progresso può provenire soltanto dal surplus degli uomini, ossia dall’opera di chi può produrre più di quanto sia necessario ai propri consumi personali, di coloro intellettualmente e finanziariamente in grado di avventurarsi alla ricerca del nuovo. Il capitalismo rappresenta l’unico sistema in cui tali individui siano liberi di operare e in cui il progresso non sia accompagnato dall’imposizione di privazioni, ma da una costante crescita nel livello generale di prosperità, di consumo e di godimento della vita.
COLLETTIVISMO Il socialismo non è un movimento del popolo: si tratta invece di un movimento di intellettuali, nato, guidato e controllato da intellettuali. Sono gli intellettuali che lo traggono dalle loro torri d’avorio, per trapiantarlo nel sanguinoso campo dell’applicazione pratica, nel quale si uniscono ai loro alleati ed esecutori: le canaglie.
NEOFASCISMO L’ideologia della socializzazione (in forma neofascista) sta ormai occupando, in assenza di difese, il vuoto della nostra atmosfera intellettuale e culturale. Osservate la frequenza con la quale ci viene chiesto di sopportare «sacrifici» non meglio definiti per scopi non specificati. Osservate con quale frequenza l’attuale amministrazione invoca «il pubblico interesse ». Osservate l’importanza che improvvisamente ha assunto il problema del prestigio internazionale e quali linee politiche, autolesive fino al grottesco, vengano giustificate facendo ricorso a questioni di «prestigio».
DIRITTI Nessun diritto umano può esistere in assenza di diritti di proprietà. Negare il diritto di proprietà significa trasformare gli uomini in beni di proprietà dello Stato.
GUERRA Le nazioni rette da una dittatura sono fuorilegge. Qualsiasi nazione libera aveva il diritto di invadere la Germania nazista e, oggi, ha il diritto di invadere la Russia sovietica, Cuba o qualsiasi altra gabbia di schiavi. Che una nazione libera decida di farlo o meno è una questione che riguarda il proprio interesse e non il rispetto degli inesistenti «diritti» dei capi della banda. Liberare altre nazioni al prezzo del sacrificio di sé non è il dovere di una nazione libera, ma una nazione libera ha il diritto di farlo se e quando lo decida.
LA LEGGE La Costituzione rappresenta una limitazione del governo e non dei privati cittadini; essa non prescrive la condotta di questi ultimi, bensì quella del governo; non si tratta di uno statuto del potere governativo, ma di uno statuto della protezione dei cittadini contro il governo. Consideriamo adesso in che grado queste idee siano state stravolte, politicamente e moralmente, nella concezione del governo oggi prevalente. Tutto ciò ci avvicina allo stravolgimento definitivo, a una condizione in cui il governo è libero di fare tutto ciò che desidera, mentre i cittadini possono fare solo ciò che viene loro permesso.
TASSE Il principio di finanziamento volontario del governo si fonda sulle seguenti premesse: il governo non è il proprietario del reddito dei cittadini e, pertanto, non può disporre di carta bianca in merito; la natura dei giusti servizi governativi deve essere costituzionalmente definita e delimitata, privando il governo di qualsiasi potere di ampliare
arbitrariamente l’àmbito dei propri servizi.DECLINO In una società non libera, nessuno può perseguire alcun interesse: niente è possibile, tranne una graduale e generale distruzione.
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