L'Islam radicale? Raccoglie l'eredità di comunisti e nazi

Enrst Nolte indaga le radici storico-culturali dell'avversione musulman per l'occidente laico e figlio del capitalismo

L'Islam radicale? Raccoglie l'eredità di comunisti e nazi

Quali sono stati i due movimenti politici più importanti che negli ultimi due secoli si sono opposti con maggior determinazione al­l’avvento della modernità laica ed edonisti­ca rappresentata dal capitalismo? Non c’è dubbio: il comunismo e il nazionalsociali­smo. È la tesi di Ernst Nolte, il quale però ora aggiunge alla lista un terzo nemico della so­cietà aperta, l’islamismo nel nuovo saggio Il terzo radicalismo. Islam e Occidente nel XXI secolo , Edizioni Liberal, pagg. 341, euro 23.

Venticinque anni fa lo storico tedesco scandalizzò la storiografia mondiale affer­mando che la causa del nazismo andava ri­cercata nel comunismo. Con la rivoluzione d’Ottobre il bolscevismo si presenta come un fenomeno mondiale che tenta l’annien­tamento di ogni borghesia nazionale, cioè uno sterminio generalizzato di classe, dan­do inizio alla guerra civile europea. Di qui la reazione nazista: allo sterminio di classe vie­ne opposto lo sterminio di razza. Scatta un antagonismo imitativo, la creazione origina­le produce una copia: il Gulag genera Au­schwitz.

Ora Nolte ritorna all’idea della comparabi­lità tra comunismo e nazismo ponendola quale premessa per la comprensione stori­ca del terzo grande radicalismo avverso alla modernità e all’Occidente: l’islam. Anche l’islam, infatti, è un fenomeno antimoderno perché la sua intima natura è data dalla nega­zione radicale del progresso volto ad unifica­re il mondo con lo sviluppo tecnico ­scientif­i­co iniziato con l’illuminismo e la rivoluzione industriale. Il comunismo, il nazismo e l’isla­mismo, con diversi intenti, sono risposte «re­ligiose» tese a fermare l’avanzata rivoluzio­naria del capitalismo.
Naturalmente va osservato che mentre il comunismo e il nazismo sono nati all’inter­no dell’Occidente, essendo un prodotto estremo della secolarizzazione, l’islamismo ne è del tutto estraneo. Comunque, a fronte del processo della modernità, definito da Nolte «omogeneizzazione distruttrice del­l’identità» e «secolarismo antropocentri­co», il comunismo, il nazismo e l’islamismo, «nonostante le profonde differenze», risulta­no convergenti per «il fondamento comu­ne» dovuto al loro «conservatorismo rivolu­zionario». Con questo ossimoro lo storico tede­sco afferma che i tre movimenti risultano radicalmente avversi alla modernità, e in questa avversione manifestano la loro di­mensione rivoluzionaria; però, nello stes­so tempo, esprimono una comune pro­pe­nsione conservatrice perché non accet­tano l’espansione universale e trasforma­trice della società liberale, laica ed edoni­stica.

Nolte descrive storicamente l’avversione islamica all’Occidente partendo dalla Pri­ma guerra mondiale per giungere fino ai no­stri giorni. La sua attenzione è rivolta in mo­do­ particolare verso lo Stato d’Israele, defini­to giustamente la fonte della modernità nel contesto del mondo islamico; mentre del tut­to dis­cutibile è la sua distinzione fra antisemi­tismo e antisionismo, che di fatto riecheggia gli stereotipi propri del terzomondismo isla­mico. Detto questo, osserviamo, da parte no­stra, che la vittoria definitiva del capitalismo sul comunismo ha dissolto ogni vera alterna­tiva storica al capitalismo medesimo. Il co­munismo, infatti, era un sistema socio-eco­nomico radicalmente opposto perché pre­ten­deva di costituire un mondo superiore ri­spetto al mercato e alla proprietà privata. La realtà islamica, invece, non ha nulla di tutto questo, non avendo un suo specifico siste­ma di produzione e di distribuzione della ric­chezza, né di organizzazione tecnica delle ri­sorse, vale a dire un sistema che sia congruo al proprio finalismo religioso: il sapere teolo­gico del clero sciita nulla sa della gestione dei pozzi petroliferi. L’islam è radicalmente op­posto all’Occidente solo in termini religiosi e politici.

La mancanza di una competizione tra as­setti economici opposti e alternativi indica perciò il senso vero della competizione in at­to, vale a dire la lotta mortale tra laicità e reli­gione. L’avanzata della modernità produce degli esiti incontrollabili, come osservò, con straordinaria lucidità, Oriana Fallaci.

Ne consegue, purtroppo, la quasi impossibilità di una comparazione tranquilla tra la civiltà occidentale e quella islamica; permane, in­somma, quello scontro di civiltà, già rilevato a suo tempo da Samuel Huntington.

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