O ra che Dame Vera Lynn se ne è andata, resta la sua voce di seta che per cento e tre anni ha segnato la storia dell'Inghilterra, la guerra e le sofferenze, la luce della speranza e il buio della morte, We'll meet again, era la canzone che accompagnava i giorni e le sere delle truppe britanniche sul fronte, in India, in Egitto, in Birmania, dovunque fossero impegnate nelle missioni belliche e di pace. Per chi visse quell'epoca, dura e assieme di rinascita, non esistono dubbi ma soltanto certezze: Winston Churchill e Vera Lynn portarono alla vittoria le forze armate del Regno contro il nazismo.
Vera Margaret Welsh, poi Lynn prendendo il cognome della nonna materna Margaret, era figlia di una sarta e di un idraulico, quando incominciò la sua vita in piena guerra mondiale, la prima quella degli ottocentomila morti britannici. Vera è stata una leggenda, di quelle che affascinano il popolo dell'isola già devoto ad un'altra donna, Elisabetta regina, non come sovrana ma per l' ordinaria e naturale immagine che Lilibeth è riuscita a cucirsi addosso e ad offrire ai sudditi, unica, esclusiva, irripetibile nel circo Windsor. La voce immacolata, chiara, tremula, di Vera rappresentò, per i soldati in missione, al fronte, in guerra, il legame con la terra lontana e così per chi era rimasto a casa, una cartolina musicale per accompagnare i sogni e le promesse, le speranze. Il sigaro cubano di sir Winston e il canto soave di Vera furono le armi pacifiche per unire il popolo britannico e vincere la guerra, insieme con il sangue, il sudore e le lacrime: «Diciamo addio con un sorriso, cara, ma solo per un po', dobbiamo separarci, non lasciare che questa separazione ti sconvolga, tesoro non ti dimenticherò, ci incontreremo di nuovo, non so dove, non so quando, ma so che ci rivedremo in una giornata di sole, continua a sorridere, proprio come fai sempre, finché i cieli blu scacceranno le nuvole scure lontane. Quindi, per favore, salutami i conoscenti e dì loro che non ci vorrà molto, saranno felici di saperlo, racconta che mi hai visto partire, cantando questa canzone. Ci incontreremo di nuovo, non so dove, non so quando ma so che ci rivedremo in una giornata di sole»
Il testo semplice di Ross Parker e la musica calma e poi crescente di Hughie Charles, si trasformarono in poesia emozionante nella voce di Vera Lynn che mai ha studiato le note e gli spartiti, limitandosi a seguire i punti, quelli in alto per aumentare il tono, quelli in basso per chiudere la voce. Una canzone senza messaggi nascosti, politici, ideologici, se non quelli della speranza e della fiducia. Melodia degli anni Quaranta, romantica, malinconica come può essere la partenza, fuggendo però la tristezza, Vera era una fantasia bella, con il sorriso ad illuminare il suo viso sereno, con addosso gli abiti militari o un tailleur con un filo di perle al collo, la fotografia di un Paese che andava in guerra sperando di tornare a casa in un giorno di sole, come in paradiso. Dame Lynn si confermò leggenda diventando l'icona della rinascita, continuando a servire i malati, i sofferenti, impegnandosi in opere di beneficenza, addirittura scalando le classifiche della hit parade, prima e unica centenaria a occupare il terzo posto, assoluto, storico, con l'album Vera 100, un secolo di parole cantate.
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