Matheson, la leggenda vivente che insegue sempre la morte

In quattro volumi tutti i racconti (con molti inediti in Italia) del re del brivido erede di Poe e maestro di Stephen King. Fra thriller, fantascienza e horror

Matheson, la leggenda vivente che insegue sempre la morte

Lo scrittore Richard Matheson (nato ad Allendale, New Jersey, nel 1926) è «una leggenda vivente» della letteratura e del cinema fantastico. Ha sceneggiato la maggior parte dei film di Roger Corman tratti dai racconti di Edgar Allan Poe. È stato il «cattivo e buon maestro» che ha innescato molte delle ossessioni di Stephen King e George A. Romero ed è anche stato uno fra gli autori più prolifici della serie televisiva Ai confini della realtà, nonché l'artefice del lancio planetario di Steven Spielberg nell'universo del cinema, avendo scritto per lui Duel, il film cult del '71.
Matheson ha realizzato romanzi seminali come Io sono leggenda, Io sono Helen Driscoll e Tre millimetri al giorno, dei quali si è impadronita con successo anche Hollywood. Ma è soprattutto l'universo dei racconti fantastici quello in cui ha scatenato la sua incredibile fantasia. Ce lo dimostra l'edizione di tutte le sue storie in quattro volumi realizzata da Fanucci Editore. In Tutti i racconti vengono riproposte filologicamente le storie di Matheson divise in quattro periodi: 1950-1953, 1954-1959, 1960-1993, 1999-2010. Si tratta di 132 racconti di cui ben 51 non erano mai usciti prima d'ora in Italia.
La serie si apre con una vicenda terribile di reclusione casalinga: Nato d'uomo e di donna, del 1950, scritta dal punto di vista di un essere mostruoso rinchiuso in casa da genitori apparentemente normali. Come mi raccontò Matheson in una lunga intervista radiofonica che realizzai per Radio2, «l'idea era di raccontare cosa potesse succedere a una famiglia normale che avesse messo al mondo una specie di mostro. Avevo ventitrè anni e fortunatamente non mi preoccupai di rivedere l'idea che questi genitori potessero portare a casa il neonato e relegarlo nello scantinato. Mi rendo conto che si tratta di un'idea assurda. Dopo essermi sposato e aver avuto dei figli, ci ho riflettuto sopra: probabilmente i medici non avrebbero mai consentito a una creatura del genere di sopravvivere e se anche lo avessero fatto lo avrebbero confinato in un istituto. Sicuramente non avrebbero permesso ai suoi genitori di riportarlo a casa per poi rinchiuderlo in uno scantinato».
Non meno curiosa la genesi di un altro racconto come Duel che narra del confronto fra un povero automobilista e un camionista infernale che sempre Matheson rievoca volentieri così: «Io e il mio amico Jerry Sohl stavamo pranzando sull'erba durante la pausa di una partita di golf quando, ascoltando il notiziario alla radio, apprendemmo che il presidente Kennedy era stato assassinato. Sconvolti, salimmo in macchina e iniziammo a percorre una strada tortuosa che passava per un canyon. All'improvviso un enorme camion iniziò a tallonarci, facendosi sempre più minaccioso. Jerry dovette accelerare e andare sempre più veloce. Insomma, per farla breve finimmo fuori strada e facemmo testa-coda, in una nuvola di polvere, e il camion ci sfrecciò accanto come se niente fosse. Naturalmente rimanemmo sotto shock per un po'. Poi, una volta passato lo spavento iniziale, lo scrittore che è in me prese il sopravvento e cominciò ad annotarsi alcune delle sensazioni provate e che avrebbero rappresentato l'idea di base della storia, anche se la scrissi soltanto dieci anni dopo e divenne un film di Spielberg...».
Trasformare la normalità quotidiana in incubi, far scontrare la dimensione reale con quella fantastica è una costante della narrativa di Matheson. Persino un'occupazione innocente come guardare la televisione in famiglia può essere estremamente pericolosa, come leggiamo in Dai canali. Da un momento all'altro si rischia di essere risucchiati dal televisore per ragioni ignote ma tanto inquietanti da poter fare da modello a pellicole come Poltergeist di Tobe Hooper (1982) e Videodrome di David Cronenberg (1983).
È difficile inquadrare in un genere letterario ben preciso i racconti di Matheson. E lo è per una scelta dell'autore, il quale in oltre sessant'anni di onorata carriera ha mescolato abilmente l'horror, il noir, la fantascienza, la fantasy, la cronaca nera e persino le love story. Frullandoli e reinventandoli secondo nuovi schemi, Matheson riesce sempre a renderci credibile l'incredibile senza usare schemi preordinati.


«È talmente facile saltare da un genere all'altro - sostiene lo scrittore americano - che si può ambientare una storia d'amore su Marte come se si trattasse di un romanzo di fantascienza, e si può, viceversa, ambientare quella stessa storia d'amore nel buon vecchio West ed ecco che si è scritto un racconto di Frontiera. Oppure si può dislocarla in Transilvania ed ecco che si è scritto un horror! L'idea stessa di costringere uno scrittore entro confini predefiniti mi è del tutto estranea».

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