Una gola profonda. Francesco Viviano, cronista di punta di Repubblica, riceva una soffiata: Emanuele Piazza, ex poliziotto, figlio di un noto avvocato palermitano, è sparito da un paio di mesi. E’ il maggio 1990 e Viviano decide di verificare l’episodio di cui parla ora nella sua autobiografia “Io, killer mancato”, appena pubblicata da Chiarelettere. Viene dunque a sapere che il Sisde con incedibile leggerezza aveva affidato a Piazza un compito difficilissimo: “Se riesci a farci catturare Totò Riina e Bernardo Provenzano non sarai più un collaboratore, diventerai un agente segreto a tempo pieno”.
Emanuele ce l’ha messa tutta. Risultato: è scomparso nel nulla. E già si può prevedere il terribile finale. Viviano incontra il padre che, superato lo stupore per le domande inattese, conferma: “Mio figlio è scomparso e sono sicuro che è stato ammazzato. Il giudice Giovanni Falcone mi ha raccomandato di non parlare con nessuno di questa storia”. Invece l’avvocato Piazza parla e racconta: “Il 18 marzo ‘90, due giorni dopo il mio compleanno, diedi una cena ed Emanuele non si fece sentire neanche per farmi gli auguri.
Non avendo più sue notizie andai a cercarlo a casa sua. Il cancello di ferro del giardino era chiuso, ma la porta d’ingresso della villetta era accostata. Il cane era stranamente tranquillo, forse aveva capito che il suo padrone non sarebbe più tornato. In casa ho trovato il frigorifero aperto e un piatto con la carne che Emanuele aveva preparato per Ciad. La sua moto e la sua auto erano parcheggiate davanti alla villetta. Pareva che mio figlio fosse stato chiamato fuori da qualcuno di cui si fidava”. L’11 settembre 1990 lo scoop è in pagina su Repubblica. Viviano dà la parola all’avvocato Giustino Piazza: “Mio figlio è stato ucciso, mandato allo sbaraglio”. E ancora: “Mio figlio è morto perché è stato illuso che prima o poi sarebbe diventato un vero agente segreto”. La verità arriva, anni dopo, dai pentiti.
E in particolare da Francesco Onorato. Onorato il 16 marzo 1990 aveva convocato Emanuele in un magazzino di mobili non lontano dalla sua abitazione e qui lo aveva strangolato. Il cadavere fu sciolto nell’acido in un casolare di Capaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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