Cultura e Spettacoli

Palma il Vecchio e la gioventù della bellezza

I capolavori di Palma il Vecchio in mostra a Bergamo
I capolavori di Palma il Vecchio in mostra a Bergamo

da Bergamo

Giorgio Vasari nel 1568 ne ricorda il colore «sfumato e paziente», tipico dei veneti e ne loda la grande pala con Santa Barbara nella chiesa veneziana di Santa Maria Formosa. Giovanni Battista Cavalcaselle nel 1871 ne sottolinea il merito di aver modernizzato la pittura veneziana con Giorgione e Tiziano. Certo, Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio, nato a Serina nel bergamasco intorno al 1480 e morto a Venezia il 30 luglio 1528, un ruolo non secondario ce l'ha nella pittura dei primi trent'anni del '500. E ora una mostra, la prima mondiale, glielo riconosce: Palma il Vecchio. L'invenzione della bellezza , alla GAMeC di Bergamo (fino al 21 giugno, catalogo Skira), a cura Giovanni C.F. Villa. Trentatré dipinti tra pale d'altare, soggetti mitologici e allegorici, ritratti - opere giunte da ogni parte - presentano Palma nella breve ma intensa attività, dagli esordi in patria al trasferimento a Venezia. L'artista ritrova così il suo posto accanto a maestri come Giorgione, Tiziano, Lotto, Sebastiano del Piombo. Non solo, ma il territorio bergamasco viene alla ribalta, collegandosi all'Expo, attraverso conferenze, pubblicazioni, itinerari turistici, e novità promozionali come Palma shopping, il Palma Chef, nuovo piatto dedicato al pittore, il Pane Palma fatto con farina bergamasca e sale iodato.

Ora, insomma, è finalmente possibile vedere le sue grandi pale d'altare ricercate in città e campagna, per la grazia e poesia di santi e Madonne e i paesaggi umidi di verde e di acqua, quelli battuti allora dal pittore, come la Madonna e santi di Zerman (Mogliano Veneto) del 1513 circa o l' Assunzione della Vergine dell'Accademia di Venezia del 1514 circa. E soprattutto si potranno ammirare i ritratti e i quadri popolati da erotiche ninfe nude, in cui Palma è maestro insuperabile, le Ninfe al bagno del 1519-20, o le Due ninfe in un paesaggio , dipinti di spiccata modernità che facevano la gioia di collezionisti come i Priuli, i Querini, i Contarini. Ma la vera bellezza di Palma sono i ritratti: uomini eleganti, barba e capelli lunghi, e donne larghe e generose, come La giovane donna in abito blu con ventaglio , giunta dal Kunsthistorisches Museum di Vienna o la Suonatrice di liuto . Affascinanti e misteriose, vestite alla moda «italiana», tessuti ricchi e abbondanti, ampie scollature, corpetti allacciati da fiocchi, maniche a sbuffo all'avanbraccio, camicie di batista di lino finissimo.

Da fare impazzire.

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