"Via le parole negro e selvaggio" ​Il museo cambia i titoli ai quadri

Il celebre museo di Amsterdam rivedere i "termini coloniali" in voga un tempo ma che per i benpensanti di oggi potrebbero risultare offensivi

"Via le parole negro e selvaggio" ​Il museo cambia i titoli ai quadri

Cancellino alla mano per sbianchettare via parole come "negro", "selvaggio" e "nano" dal Rijksmuseum. Il celebre museo di Amsterdam, che conserva capolavori di Johannes Vermeer e Rembrandt, ha deciso di rivedere i "termini coloniali" in voga un tempo ma che per i benpensanti di oggi potrebbero risultare offensivi, razzisti o sessisti.

Nel giro di un paio di anni la direzione del Rijksmjuseum punta a cancellare tutti i termini vagamente razzisti. Insomma, una operazione all'insegna del politicamente corretta che correggerà i titoli di migliaia di opere, soprattutto della vasta collezione asiatica giunta al Rijksmuseum come eredità dell’impero coloniale olandese. È la prima volta che un museo europeo decide di ribattezzare i titoli dei suoi quadri. "Abbiamo trovato finora 132 descrizioni con la parola 'negro' - ha detto Martine Gosselink, una delle curatrici del Rijksmuseum - sarà facile a nostro parere cambiare il titolo ai quadri che recano questa dicitura".

Sarà più difficile trovare un’altra parola per sostituire, ad esempio, "ottentotto", con cui gli olandesi nel XIX secolo chiamavano un indigeno dell’Africa meridionale.

"Oggi - ha precisato Gosselink - è una parola insultante che presto cancelleremo". A titolo esemplificativo il quadro di Simon Willem Maris Giovane negra ha già trovato un nuovo nome Ragazza con il ventaglio.

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