Bene o male sempre quello che non ti aspetti. Bene o male sempre indigeribile, per tutti. Stiamo parlando di Gore Vidal. Il grande intellettuale statunitense (spaziava dai romanzi alle sceneggiature passando per i saggi politici e la televisione) morto il 31 luglio sta facendo discutere molto discutere la sinistra americana.
Il motivo? Il suo presunto razzismo. Il nodo del contendere è ben spiegato dall'articolo di Paul Berman (autore di Terrore e liberalismo, Einaudi) pubblicato pochi giorni fa su The New Repubblic. Gore Vidal già negli anni Ottanta era preoccupatissimo dell'avanzata economica e politica dell'oriente. Un'avanzata che avrebbe inequivocabilmente causato la decadenza della «razza» bianca e della sua cultura. A provarlo alcuni articoli e brevi saggi tra cui uno pubblicato sulla rivista The Nation nel 1986.
Questo il succo del ragionamento di Vidal. Dal momento che l'impero americano (quello dell'impero a stelle e strisce era uno dei suoi temi preferiti) si era espanso oltre i limiti del sostenibile, il periodo di egemonia americano (e in seconda battuta europeo) stava per finire. Il primo segno secondo lui era l'avvento di Tokyo come vera capitale economica del mondo. Senza una reazione adeguata il destino del blocco occidentale sarebbe stato quello di diventare «i contadini o peggio, un mero oggetto di intrattenimento, per più di un miliardo di asiatici accanitamente efficienti». Di fronte a questa prospettiva gli sembrava che l'unica soluzione potesse essere una «confederazione del Nord formata da Europa, Russia, Canada e Usa». Secondo Berman, simili affermazioni tendono a identificare il dominio occidentale col dominio della «aristocrazia» bianca. Non contento, Vidal se la prendeva anche con la presenza di una «quinta colonna» responsabile a suo avviso di schiacciare troppo la politica americana su quella israeliana. E rinfacciava ad alcuni opinionisti di essere più fedeli a Gerusalemme rispetto a Washington. Abbastanza per scatenare un polverone allora e per riscatenarlo adesso che gli articoli sono stati ripescati. Si va dall'accusa di elitarismo di sinistra a quella di razzismo.
Qualcosa delle provocazioni di Vidal si potrebbe salvare.
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