E ra nell'aria la nomina di Rem Koolhaas alla direzione della prossima Biennale di Architettura di Venezia che aprirà il 7 giugno 2014, anticipata rispetto alla tradizione che la voleva in settembre. Potrebbe essere una specie di mostra d'arte alternativa, conoscendo lo spirito contaminato, meticcio e interdisciplinare dell'architetto olandese.
Nato a Rotterdam nel 1944, fondatore dell'OMA nel 1975, primo studio a formare una sensibilità verso il contemporaneo nei Paesi Bassi, Koolhaas ha alternato fin dagli inizi l'attività progettuale con quella teorica. Alcuni suoi testi sono diventati capisaldi della letteratura architettonica, come Delirious New York (1978) che racconta la congestione segnica e stilistica di Manhattan, e S,M,L,XL (1995) in cui riscrive le regole dell'architettura contemporanea.
Con lui nasce la figura dell'archistar. Alto, severo, vestito di grigio, immancabile ai party mondani, Koolhaas transita senza affanni dall'avanguardia ai negozi di moda, di cui è diventato esperto realizzatore grazie alla solida amicizia con Miuccia Prada. Al genio e alla strategia si unisce in lui la spasmodica ricerca della celebrità che lo rende ormai più simile a un personaggio cinematografico, un guru venerato dall'élite intellettuale. Ha progettato in tutto il mondo: quartieri (Amsterdam), musei (ZKM, Karlsruhe; Kunsthal, Rotterdam; Performing Arts Center, Miami; l'estensione della Tate Gallery, Londra), l'anello urbano di Yokohama in Giappone, l'aeroporto internazionale di Seul, la Biblioteca Centrale di Seattle, la sede della China Central Television di Pechino.
Con la nomina di Koolhaas, la Biennale assume un ruolo sempre più internazionale. Dopo l'intellettualismo rigoroso ma gelido di sir David Chipperfield ci aspettiamo una mostra spumeggiante, vivace e trasversale.
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