Solo alcuni dizionari (Petrocchi, Zingarelli) citano questa parola come diminutivo di aiuto. Se qui la segnaliamo è perchè Ajutarello fu, nel 1847, il titolo di un manualetto (appunto) “a parlare famigliarmente italiano, di Agostino Fecia da Biella”. La prefazione inizia così: “Il grido prolungato d'incitamento a lasciare lo sguajato linguaggio Piemontese, ed a parlare famigliarmente italiano, ha scosso non pochi (...)”.
Si tratta di racconti descrittivi (La notte e il giorno, Il cielo, l'aria, accidenti ed effetti, Il giorno dell'uomo, della madre, della fantesca, ecc.) costruiti con abbondanza di sinonimìe per ottenere come risultato quello di accrescere nei lettori la conoscenza dei termini e della lingua. Esempio: “Il gelo, gielo o gelone, il ghiado, l'eccessivo freddo ci intirizzisce, per esso le nostre membra abbrezzano, abbrividiscono, agghiadano, si aggrizzano, indolenziscono, intermentiscono, rattrappano, la testa infredda, le dita aggranchiansi, di modo che se uno volesse far pepe non potrebbe; la pelle diviene arruidata (...)”.
Un altro brano, dalla giornata dell'uomo: “L'uomo in sull'albeggiare o più tardi si desta dal sonno, si sveglia, si sdormenta, apre gli occhi al giorno, sgranchia le rattrappate membra, distende le cuoja, si prostende; sciarpella le palpebre, sbadiglia, sternuta, si alza, si leva, siede nel letto; prende il moccichino o la pezzuola già mocciosa e tabaccata, o di bucato, si soffia il naso se
moccica, lo spurga dai mocci stringendo le pinne al setto delle narici, e terge colla medesima abbatuffolata il filtro, e così scarica la testa de' catarri, cagionati da infreddatura, dallo infreddare che ha fatto (...)”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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