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Di questo verbo identico in italiano e in latino, sono rimasti solo i participi presente e passato: contundente e contuso.
Poiché il significato è “pestare, rompere, fracassare”, contundente per il Pianigiani “è voce usata dai criminalisti come aggiunto di strumento, in opposizione a tagliente o perforante, e vale Atto a rompere, spezzare, a fare ammaccature”; nei nostri luoghi comuni, contundente è sempre un “corpo”.
Deriva da cum, che indica mezzo, e tundere, che è appunto pestare, ammaccare. Per il Masi contundente significa “che ferisce senza taglio o ferita, ma solamente ammaccando, coma fa un bastone o una mazza”. Il risultato è una contusione – parola così diffusa nel linguaggio di ogni giorno – e cioè “l'ammaccamento dei tessuti vivi, con gonfiezza e stravaso, ma senza ferita nella pelle, per effetto di colpo o di percossa”. Una botta, insomma, e senza lacerazioni né sangue.
Solo il Tommaseo alla voce Contusione dà anche una definizione farmaceutica, riferendo di un certo procedimento di triturazione e lavaggio di radici, semi e
materie secche.Merita segnalare che nessuna di queste parole in italiano ha significati metaforici; in spagnolo invece l’identico aggettivo contundente viene spesso usato per indicare parole o discorsi particolarmente violenti.