Dal rigattiere di parole: Domestico

E' una faccenda sempre un po' umiliante per la lingua italiana quando una parola nostra a pieno titolo viene re-importata dall'inglese e finisce per assumere un significato che non aveva

Dal rigattiere di parole: Domestico

E' una faccenda sempre un po' umiliante per la lingua italiana quando una parola nostra a pieno titolo viene re-importata dall'inglese e finisce per assumere un significato che non aveva. Uno degli esempi viene dall'aggettivo “domestico”, che deriva chiaramente dal latino domus, casa. Quindi per noi domestico è l'ambiente, il focolare, il personale, lo sono i lavori, le virtù. Anche gli animali assuefatti alla vicinanza dell'uomo, e che con questi dividono l'abitare. Ma “domestico” è anche un aggettivo ormai usato comunemente nel linguaggio aeronautico per indicare arrivi, partenze, voli nazionali. Lo si trova anche negli orari e nella segnaletica degli aeroporti. Perché questo significato, che i nostri vocabolari classici non riportano? Semplice: perché la lingua internazionale del trasporto aereo è l'inglese, e in inglese “domestic”, pur con la stessa derivazione latina, vuol dire “nazionale, interno”. Nel linguaggio economico internazionale, per esempio, quello che noi chiamiamo Pil, prodotto interno lordo, diventa Gdp, Gross domestic product. Il meccanismo linguistico dunque è sottile: quando leggiamo “voli domestici” su qualche tabellone aeroportuale, dobbiamo essere consapevoli che non si tratta di una parola italiana, ma della traduzione in italiano di una parola inglese. Così come quando si parla di “mercato domestico” o di “aziende domestiche”.

Tutto ciò rappresenta una svolta recente e quasi inattesa per una parola che per sette secoli ha albergato stabilmente nella nostra lingua con gli stessi significati. Tuttora il significato di “nazionale” stenta a essere accolto. Tuttavia uno spiraglio lo si trova nel Cardinali (1846), che tra le varie sfumature di “domestico”, indica anche “nativo, patrio; contrario di straniero”, proprio quel senso diventato principale nell'inglese. Vale la pena di riferire le altre definizioni date dello stesso vocabolario: “Aggiunto d'uomo, vale benigno, trattabile, alla mano. Aggiunto d'animale vale mansueto. Aggiunto di febbre vale consueta e frequente. Aggiunto a bisogno, cura vale casalingo, di casa.

Aggiunto di pianta, frutto, vale coltivato, contrario di selvatico” (aggiunto, lo si sarà intuito, all'epoca stava per aggettivo). Nemmeno citato il sostantivo “domestico”, equivalente a servo, servitore, addetto alle faccende domestiche (appunto). Lo si trova in tutti i dizionari successivi.

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