Dal rigattiere di parole: "Pillacchera"

Il Dir dà una definizione quasi dinamica: “Schizzo proiettato su abiti o scarpe da un veicolo di passaggio”. Il Tommaseo riscontra nella parola qualcosa di onomatopeico: “Il suono dice lo schizzare di liquido e l’appiccicarsi”

 Dal rigattiere di parole: "Pillacchera"

Parola usata spesso al plurale, indica lo schizzo o macchia di fango sugli abiti, sinonimo di zacchera. Il Dir dà una definizione quasi dinamica: “Schizzo proiettato su abiti o scarpe da un veicolo di passaggio”. Il Tommaseo riscontra nella parola qualcosa di onomatopeico: “Il suono dice lo schizzare di liquido e l’appiccicarsi”. Scende in dettaglio il Sergent: “Più schizzi di mota che altri in andando si getta dietro su’ calzoni, o se ne imbratta il lembo del vestito”. Interessante l’etimologia proposta da Pianigiani: dal latino pilla (palla), che al diminutivo diventa pillula (pallina, pillola) anche nella variante pillacula; egli immagina che possa essersi unita alla desinenza del sinonimo zacchera. Altra ipotesi è che derivi dal greco pelaki, diminutivo volgare di pélos, fango.

Visto che il fango, appunto, è da sempre una metafora applicata a un ampio ventaglio di significati moraleggianti, anche pillacchera viene indicata come "macchia morale, magagna, pecca” (Hoepli), “difetto morale” (Sabatini Colletti), “uomo sordido, ed avaro” (Crusca), “gretto e spilorcio” (Zingarelli). Quest’ultimo vocabolario indica come definizione anche lo “sterco appallottolato fra la lana delle pecore”, la stessa cosa che il Cardinali-Borrelli chiama “pillacola”, ovvero “cacherello delle capre e delle pecore”.

Per similitudine, pillacchera è la “pianta il cui seme, allorché è secco, si attacca facilmente a’ panni passeggiando sui prati, e rende somiglianza di schizzi di fango” (Tommaseo). Per il Dir pillacchera è anche “ciancia calunniosa che macchia la reputazione”, e pillaccherone è “chi è sempre in giro a provocare e a raccogliere pillacchere”.

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