Dal rigattiere di parole: "Pisciancio, piscianico"

Il “pisciancio” è “un vino rosso di poco colore. In Roma chiamasi pisciarello, o pisciarella” spiega il Tommaseo, che cita il Pisciarello di Bracciano “gentile e vino da dame” e “quel di San Miniato al Tedesco”, fiorentino. Secondo il Cardinali-Borrelli “è forse detto così per essere vino piccolo, gentile, di poco colore e che facilmente si piscia”

Dal rigattiere di parole: "Pisciancio, piscianico"

Il “pisciancio” è “un vino rosso di poco colore. In Roma chiamasi pisciarello, o pisciarella” spiega il Tommaseo, che cita il Pisciarello di Bracciano “gentile e vino da dame” e “quel di San Miniato al Tedesco”, fiorentino. Secondo il Cardinali-Borrelli “è forse detto così per essere vino piccolo, gentile, di poco colore e che facilmente si piscia”. Per il D’Alberti di Villanuova il nome indica “anche l’uva con cui si fa questo vino”. Di pisciancio parlano anche il Panlessico italiano e il dizionario di Giuseppe Rigutini (“vino debole buono più a far pisciare che altrimenti”).

Curiosamente, nel vocabolario compilato dallo stesso Rigutini insieme a Pietro Fanfani, la parola subisce una variazione e diventa “piscianico”, voce di cui non c’è traccia altrove, definito come “qualità di vino di poco colore e di men sapore”. Viene il dubbio che possa essersi trattato di un banale errore di trascrizione, con l’inversione di due lettere.

Il solo Palazzi, in tempi successivi, riprende la parola in questa forma, piscianico; ma può essersi trattato, anche qui, della reiterazione di un errore di copiatura (pratica tanto usata nella compilazione dei vocabolari).

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