Cultura e Spettacoli

Direttori stranieri a valanga: rivoluzione nei grandi musei

Stipendi dai 78mila ai 145mila euro per risollevare il patrimonio artistico italiano. Ecco le nuove nomine del governo

Direttori stranieri a valanga: rivoluzione nei grandi musei

Il cambio che farà forse più clamore arriva per gli Uffizi, dove lo storico direttore Antonio Natali deve cedere il passo al 47enne Eike Schmidt, un tedesco esperto di arte fiorentina che arriva da Friburgo. Ma sono ben sette su 20 i direttori stranieri chiamati a guidare i musei superstar del patrimonio pubblico italiano. Tra questi la tedesca Cecile Hollberg, 48enne storica e manager culturale tedesca che andrà alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, James Bradburne, 59enne nato in Canada ma di nazionalità britannica, per la Pinacoteca di Brera e Sylvain Bellenger, storico dell’arte francese, per Capodimonte. Per il ministro Dario Franceschini è "un passo storico per l’Italia e i suoi musei che colma anni di ritardi, che completa il percorso di riforma del ministero e che pone le basi per una modernizzazione del nostro sistema museale".

"Con queste venti nomine di così grande levatura scientifica internazionale - commenta Franceschini - il sistema museale italiano volta pagina e recupera un ritardo di decenni". Al bando pubblico lanciato nel gennaio scorso da Matteo Renzi anche sulle pagine dell’Economist e scaduto il 15 febbraio, hanno risposto oltre 1200 tra professori, storici dell’arte, direttori di musei. Tanti italiani, ma anche diversi stranieri come dimostrava la lista dei 200 ammessi ai colloqui orali pubblicata a inizio luglio dal ministero di via del Collegio Romano. "Un successo che ha comportato un lavoro da svolgere con attenzione e dedizione", ha sottolineato all'Ansa il presidente della commissione di esperti che ha valutato i curricula, Paolo Baratta. Secondo le procedure previste dalle norme all’interno delle terne indicate dalla Commisione per ciascun museo, Franceschini ha scelto i direttori dei sette musei di prima fascia, mentre il direttore generale dei musei Ugo Soragni ha scelto i direttori dei tredici musei di seconda fascia.

Dieci uomini e dieci donne. Con una età media di 50 anni. Alla Galleria Borghese (Roma) arriva Anna Coliva, agli Uffizi il tedesco Eike Schmidt, alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma Cristiana Collu, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia Paola Marini, al Museo di Capodimonte il francese Sylvain Bellenger, alla Pinacoteca di Brera il canadese James Bradburne, alla Reggia di Caserta Mauro Felicori, alla Galleria dell’Accademia di Firenze la tedesca Cecilie Hollberg, alla Galleria Estense (Modena) Martina Bagnoli, alle Gallerie nazionali di arte antica (Roma) Flaminia Gennari Santori, alla Galleria nazionale delle Marche (Urbino) l'austriaco Peter Aufreiter, alla Galleria nazionale dell’Umbria (Perugia) Marco Pierini, al Museo nazionale del Bargello (Firenze) Paola D’Agostino, al Museo archeologico nazionale di Napoli Paolo Giulierini, al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, al Museo archeologico nazionale di Taranto Eva Degl’Innocenti, al Parco archeologico di Paestum il tedesco Gabriel Zuchtriegel, al Palazzo ducale di Mantova l'austriaco Peter Assmann, al palazzo reale di Genova Serena Bertolucci e al Polo Reale di Torino Enrica Pagella.

I magnifici venti rimarranno in carica per quattro anni con stipendi che vanno dai 145mila euro lordi annui dei sette siti super top (tra questi gli Uffizi e la Reggia di Caserta) ai 78mila (sempre lordi) degli altri tredici musei che la legge, più che altro per esigenze di risparmio, considera "uffici di livello dirigenziale non generale". E allo stipendio base il bando prevede l’aggiunta di una "retribuzione di risultato" (fino ad un massimo di 40mila euro per i sette super top e fino a 15mila per gli altri). In cambio viene chiesto molto: dalla gestione del personale (che comunque, almeno per il momento rimane dipendente dal ministero) alle decisioni su orari, prezzo dei biglietti, autorizzazione dei prestiti delle opere, affidamento delle attività e dei servizi pubblici di valorizzazione del museo.

Ma soprattutto dovranno risollevare il patrimonio artistico del Belpaese organizzando "la programmazione, l'indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio di tutte le attività di gestione del museo, compresa l’organizzazione di mostre, allo studio, valorizzazione, comunicazione e promozione del patrimonio museale".

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