Cultura e Spettacoli

Gli orrori della guerra che hanno distrutto l'uomo

Il sacerdote di ossa è un romanzo che, pur ispirandosi apertamente alla serie televisiva Peaky Blinders, riesce a scuotere il lettore descrivendo un'umanità distrutta dalla guerra

Il sacerdote di ossa, gli orrori della guerra che hanno distrutto l'uomo

Tomas Piety è un sacerdote che, di ritorno dalla guerra, si deve impegnare per riconquistare tutto quello che si era lasciato alle spalle: i suoi affari, i suoi locali tutt'altro che legali. Ex capo di una famiglia criminale, Tomas non vuole che la sua ricchezza vada persa o, peggio ancora, che passi in mano ai suoi diretti avversari. Con l'aiuto di alleati tutt'altro che scontati e la sua determinazione, Tomas darà il via ad una vera e propria guerra tesa a riprendersi ciò che gli appartiene. In breve questa è la trama di Il sacerdote di ossa, il romanzo di Peter McLean edito in Italia da Fanucci Editore.

Una trama che può apparire scarna, priva di quel guizzo in più che rende una lettura degna di essere affrontata; tuttavia sotto la sua patina oscura di romanzo sulla criminalità organizzata, Il sacerdote di ossa offre al lettore un'importante riflessione che molto spesso viene data per scontata. Sebbene il mondo de Il sacerdote di ossa sia frutto dell'immaginazione del suo autore, Peter McLean non nasconde una delle ispirazioni maggiori. La guerra da cui il protagonista Tomas Pity torna è, senza ombra di dubbio, la Grande Guerra, il primo conflitto mondiale che ha cambiato il volto del Novecento europeo. Un conflitto che portò alla nascita del termine inglese shellshock - traducibile come "choc da combattimento" - che serviva a individuare una malattia nata tra le trincee, sotto le esplosioni del fuoco nemico. Quella malattia da stress post-traumatico che proprio durante la Prima guerra mondiale diventò così diffuso tra i soldati da spingere gli psicologi a indagare più approfonditamente su questo disturbo, come riporta Focus.it. Un disturbo che in Italia venne definito il vento degli obici e che era caratterizzato da insonnia, incubi, palpitazioni, tremore e un'impossibilità a tornare a vivere la vita come prima del conflitto.

I personaggi tratteggiati dalla penna di Peter McLean sono quasi tutti personaggi che portano sulla propria pelle i sintomi di questo disturbo: dalla difficoltà a dormire, ai tremori, alla necessità di nascondere gli incubi sotto strati di alcol di bassa qualità. L'autore si è mostrato senz'altro abile nell'offrire al lettore una galleria ampia di questi personaggi messi alle strette da una guerra piena di orrore che li ha costretti a strapparsi di dosso la propria umanità per compiere gli atti terribili che un conflitto richiede sempre ai suoi soldati. Non c'è personaggio che sia uguale agli altri ne Il sacerdote di ossa: ognuno di loro risponde in modo diverso agli strascichi del conflitto. E questo coopera a rendere la lettura non solo più partecipata, ma anche più verosimile.

Un'altra fonte di ispirazione del libro è, senza dubbio, da ricercarsi nella serie televisiva Peaky Blinders, che vede Cillian Murphy vestire i panni di Thomas Shelby, personaggio a cui somiglia tantissimo il Tomas Pity di Peter McLean. Come Pity, infatti, anche Thomas Shelby inizia le sue avventure da capo della criminalità organizzata, portando sulle spalle il peso dello stress post-traumatico dopo la battaglia della Somme, durante la Prima guerra mondiale.

Il sacerdote di ossa è dunque un romanzo d'azione che, tuttavia, riesce a far emergere brandelli di oscurità da ogni pagina, mentre descrive con correttezza ed empatia l'animo spezzato di chi ha osservato da vicino gli orrori della guerra.

Con uno stile scorrevole e pulito, Peter McLean racconta l'epopea di un uomo pieno di dubbi che vuole diventare il padrone della sua città e che per farlo deve, prima di tutto, scendere a patti con quello che la guerra ha fatto a lui e ai suoi uomini, muovendosi sullo sfondo di una città simile alla Londra di inizio Novecento piena di povertà, criminalità e abusi.

Il Sacerdote di Ossa di Peter McLean

Commenti