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Peaky Blinders, la quinta stagione segna una svolta

Peaky Blinders apre un nuovo corso con la sua quinta stagione. L’aspetto storico si fa importante e la serie si dimostra più matura

Peaky Blinders, la quinta stagione segna una svolta

La quinta stagione di Peaky Blinders, insieme a El Camino - Il film di Breaking Bad, è la grande uscita di Netflix di questo ottobre. Dove ci portano i nuovi episodi?

Senza dubbio Peaky Blinders ha dalla sua lo stile. Da quando è finita Mad Men, a competere con gli abiti di Birmingham sono rimasti solo quelli di New York di Suits, serie che peraltro sta giungendo alla sua conclusione. Quindi, dato che il creatore delle serie Steven Knight ha annunciato la realizzazione di altre due stagioni e di un possibile film sulla serie, Peaky Blinders è, e sarà, la serie tv con più stile di questi anni.

I problemi però arrivano quando si parla di trama. Infatti, se da una parte sono da apprezzare il fascino di Cillian Murphy e il contesto storico, lo stesso non si può dire per chi si mette contro i “Peaky”. In particolare ci si riferisce alle rivalità con i numerosi gruppi criminali che si sono succeduti nel corso delle varie stagioni con nemici e soluzioni poco credibili, personaggi ed eventi che si ripresentano puntualmente ogniqualvolta viene pronunciata la frase “ora abbiamo la pace, possiamo stare tranquilli”.

Negli episodi precedenti abbiamo visto Adrien Brody nei panni di Luca Ciangretta il quale, interpretando il gangster anni 20/30, portava sullo schermo tutti gli stereotipi possibili del personaggio, dallo stecchino alla esagerata gesticolazione con le mani. Inoltre, il racconto dello scontro finale tra lui e Tommy Shelby si è dimostrato molto debole nella sua soluzione, con un accordo stretto tra quelli di Birmingham e la mafia italoamericana d’oltreoceano di cui lo spettatore è stato scarsamente reso partecipe, per un colpo di scena che sinceramente ha tenuto poco.

Tuttavia Peaky Blinders è da lodare per un altro aspetto che è stato seminato con cura fin dall’inizio e che salva la nuova stagione, segnando una svolta per la serie. Sappiamo che Tommy non era solo interessato a diventare il boss della sua città o avere sotto la sua influenza Londra. Vuole lasciare qualcosa, un retaggio importante, elevare il suo status e quello dei suoi figli, lasciarsi alle spalle le tende degli zingari senza dimenticarsi però della tradizione. Prima i rapporti con Churchill, poi il titolo di cavaliere e alla fine della stagione quattro l’elezione alla Camera dei Comuni, con la sua influenza quindi che arriva direttamente ai palazzi del potere, a Westminster.

Nei nuovi episodi la questione si fa politica e il nemico principale è il fascismo. Come sappiamo Tommy Shelby è da lungo tempo, anche, un agente/informatore dei servizi segreti di Sua maestà. Inizialmente il problema erano gli irlandesi, poi sono diventati i comunisti, con il vento della rivoluzione di altri Paesi che si è fatto sentire fino al Regno Unito con gli scioperi generali degli operai e le attività sindacali. L’ascesa di Oswald Mosley e il consenso ottenuto dal movimento fascista sono ritenuti da Tommy pericoli ben più gravi di quello comunista e, nonostante le avversità dei vertici dei servizi, decide di “fare qualcosa di buono” e frapporsi tra Mosley e la carica di Primo ministro. Per Tommy, Mosley è il diavolo e rappresenta un nuovo tipo di avversario per lui.

I soliti nemici a cui siamo stati abituati fino ad ora, vale a dire figure come Chester Campbell prima e da ultimo Luca Ciangretta, non hanno emozionato tanto quanto Mosley, personaggio meno avvezzo alla violenza e più interessato al gioco psicologico. Inoltre, a rendere la quinta stagione ben più emozionante della precedente c’è l’insinuarsi del più classico dei problemi di un’organizzazione criminale fortemente accentrata: il nemico interno.

A fianco dell'excursus storico c’è la devastazione interna di Tommy e di suo fratello Arthur, ormai stremati dalle lotte di potere e dai problemi personali. Ciò che più interessa quindi è il percorso del protagonista in relazione agli eventi di quel periodo, elementi che fanno della serie non un semplice racconto criminale ma una serie tv storica, in questo simile, ma non ai livelli, alla contemporanea Boardwalk Empire.

La prospettiva di altre due stagioni, con questa evoluzione della trama, quindi, ci fa ben sperare per il futuro. La storia si spingerà sicuramente oltre il secondo conflitto mondiale e la guerra, come si vede fin dal primo episodio della serie, è uno degli aspetti che più ha segnato la vita di Tommy e Arthur.

Tutto ciò, in attesa anche di possibili illustri new entry, quali Brad Pitt, Snoop Doog e Liam Gallagher.

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